Premessa.
All’inizio doveva essere una recensione al romanzo Un sogno all’improvviso, ma poi, perdonatemi, il post è uscito cosi...
Non è mai troppo tardi
per inseguire un sogno d’amore
Denis Goffredi si prepara alle nozze ormai imminenti con Carlotta ma, invece di esserne felice, prova uno strano distacco. Eppure è la donna della sua vita… l’ha sempre voluta come moglie e per amor suo ha lasciato Zara, l’incantevole sciantosa con cui ha avuto una breve relazione. Quando, durante l’addio al celibato che si tiene al Venus, una donna misteriosa gli punta addosso una pistola, Denis si rende conto di rimpiangere ancora Zara, e di come le scelte impulsive comportino un prezzo altissimo. Purtroppo, però, non si può tornare indietro. Poi, d’improvviso, avviene qualcosa di impensabile e Denis si accorgerà che la vita può cambiare in un minuto, e che nessuno è in grado di prevedere quando scocca quel minuto…
Note:
UN SOGNO ALL’IMPROVVISO è l’ultimo, avvincente romanzo di Mariangela Camocardi, il trentesimo pubblicato nei Classic Mondadori.
Si tratta del quarto romanzo della serie “Venus”, in riferimento all’omonimo café chantant in cui si svolgono prevalentemente le vicende.
I romanzi precedenti della serie, CHI VOGLIO SEI TU, IL MIO AMORE SEI TU e E POI ARRIVI TU…, sono già stati pubblicati da Mondadori nella collana I Romanzi Classic – nr. 986, 1039 e 1070 rispettivamente.
Direttamente dalla scrivania di Juneross
La Camocardi o si odia o si ama. Stranamente non ci sono vie di mezzo. E per dimostrarvelo basta che diate un’occhiata alle recensioni ai suoi libri su Amazon: vanno da una stellina a cinque, da un “non comprate assolutamente questo libro” a un “accattatevill” appassionato.
Una cosa, comunque, non si può mettere in discussione: Mariangela Camocardi è il nome italiano del Romance, perché, anche se non si è mai letto niente di suo, la sua firma salta sempre all’occhio quando si è alla ricerca di un buon romance da leggere.
Nonostante la mia premessa, però, io sono tra quelle che odiano e amano la Camocardi. Che la signora non me ne voglia, non sto parlando di lei come persona, ma del suo lavoro di scrittrice.
Ecco cosa mi piace della sua scrittura.
In questo suo ultimo lavoro, Un sogno all’improvviso, che è l’epilogo (?) di una serie di quattro romanzi e un prequel, la scrittrice avrebbe potuto tirare i fili di tutti i personaggi già descritti senza scomporsi troppo, senza fare troppa fatica. Solitamente questa è la soluzione più semplice che molte delle scrittrici d’oltreoceano adottano. Quante volte, infatti, leggendo l’ultimo romanzo di una serie ci siamo ritrovate ad esclamare: ” ce lo potevano risparmiare questo riassuntino!”. Invece, Denis, il protagonista scombussola tutte le previsioni delle lettrici, dando un calcio alle convenzioni e agli iter romantici e via...si reinventa! Lascia tutti a becco asciutto, o perlomeno le lettrici che finora avevano seguito le vicende delle sciantose del famoso Cafe Venus. La belle epoque, che scintillante periodo a cui l’Italia ha dato un grande contributo con i suoi artisti. La Camocardi presenta questo periodo alle sue lettrici farcito di particolari interessanti: dalle canzoni cantate nei Café ai primi viaggi con le automobili. Non vi nascondo che ritrovare le strofe di “‘A Frangesa” cantate dalla bella e sensuale Brigitte, mi ha emozionato molto. Era una delle canzoni preferite del mio papà!
Prima di elencarvi le cose che non mi piacciono dei suoi romanzi, vi dico che questa scrittrice riesce ancora a sorprendermi, perché riesce a rinnovarsi. A mio parere, la sua scrittura è cambiata: lo stile è sempre lo stesso, non si discute, ma è diventata più fluida, più moderna, e perché no, più leggera. E credo che questa intera serie del Venus dimostri come la scrittrice si sia “adattata” al nuovo modo di leggere, più veloce, proprio come sono i nostri tempi. Avete letto come inizia il prequel con la storia di Isidori? LINK Ecco, ho detto tutto! Anzi, mi meraviglio come la Mondadori non abbia tagliato la scena.
Cosa non mi piace.
L’ho sempre detto, chi mi conosce lo sa: non sopporto i nomi dei suoi personaggi! Rabbrividisco quando leggo di un Arcibaldo, un Gaspare, un Falco o… dovrei andare a ripescare gli altri nomi, che ho completamente rimosso dalla memoria. È più forte di me. Leggere nomi antichi e anche un po’ buffi, blocca la mia sana fantasia romantica. Va beh….
A volte non mi piace nemmeno la struttura delle frasi, non saprei descrivere perché, ma mi sembrano ridondanti. Forse, sono una lettrice più veloce delle altre, quindi quando leggo, vorrei frasi più lineari possibili. Naturalmente, parlo dal mio punto di vista, infatti, ho avuto modo di parlare con lettrici che adorano questo stile così elaborato.
Però, una cosa non posso mettere in discussione: quando la Camocardi usa termini che non conosco e un po’ altisonanti, lo fa in maniera corretta. Il suo italiano, non si mette in dubbio.
Devo dire anche, che ogni tanto, vedo riemergere il lato oscuro, un po’ gotico, della sua scrittura. Le vicende diventano contorte, e assumono sfaccettature inquietanti, i personaggi si perdono nella storia che ristagna un po’.
Ma, per quanto tutte queste cose non sono in linea con il mio gusto in fatto di letture, tutto questo è Mariangela Camocardi e le sue storie riescono sempre a conquistarmi.
P.s. Malelingua piccola, piccola, ma necessaria: spero che la Camocardi non legga il mio post, perché per me la scrittrice, una volta dato alla luce la sua creatura, deve lasciare che gli altri se la godano, senza avere il fiato sul collo della mamma. La scrittura agli scrittori, la lettura ai lettori. E ai blogger...?
Juneross
Juneross
Un caloroso buongiorno alla padrona di casa Juneross e alle sue collaboratrici. Diamine, se posso eccepire direi che trovare dei personaggi ottocenteschi con nomi tipo Jessica o, Dio non voglia, Deborah ( con tutto il rispetto per chi si chiama così ) striderebbe troppo. In un romanzo storico si deve respirare l'atmosfera di quei tempi, il frasario dell'epoca, altrimenti meglio scrivere un contemporaneo. Grazie per aver dato spazio a Leontina e Denis, mia cara Juneross. Sarò di parte ma sono protagonisti che meritano di essere apprezzati, provare per credere.
RispondiEliminaLe saghe, croce e delizia; anche se questo ciclo di romanzi non è, a rigor di logica, una vera e propria saga ma appunto un ciclo con un elemento, il cafè chantant, a fare da filo conduttore. La cosa che si apprezza di più è proprio la scelta spazio temporale: l'Italia, finalmente, in un periodo non molto sfruttato dal punto di vista del romance. Quanto vorrei una collana di romanzi ambientata solo in Italia, con protagonisti italiani e ambientazioni che approfondissero di volta in volta la nostra ricchissima storia...
RispondiEliminaPer questo apprezzo moltissimo il lavoro della Camocardi, per il suo coraggio di osare.
E, quanto a nomi strani, Ross, credo che dovrei parlarti del mio prozio Gradulfo...
Ciao
Lucilla