Direttamente dalla scrivania di Lucilla.
Com'è la vita di una lettrice compulsiva in tempo di crisi? Risposta: è dura. Tutti quei libri in vendita, magari a prezzi stracciati, col portafogli che ti dice:"Ricordati di non farmi morire!"
E allora? Come conciliare la salute della tasca con l'impulso alla lettura?
Io ho una mia soluzione: il mio fido mercatino dell'usato! Ultimamente, poi, sembrerebbe che un'altra lettrice compulsiva come me abbia deciso di svuotarsi casa, portando a vendere un'intera biblioteca, rosa e non; ed è fra questa marea di libri quasi nuovi che l'occhio mi è caduto su un romanzo intitolato "Amore, zucchero e cannella" di Amy Bratley. Sottotitolo: "C'è un solo rimedio per alleviare le pene d'amore: i buoni vecchi consigli della nonna."
Urka, mi dico, questo lo prendo. Detto fatto, pago, porto a casa e inizio la lettura.
La trama in sè sa molto di risaputo: Juliet, ventiquattrenne londinese, è andata a vivere da poco con Simon, il suo grande amore. Il quale si dimostra grande, sì, ma non nel modo che crede lei: la prima notte che passano nel nuovo appartamento, lui la chiama col nome di un'altra!
Da lì ad accertare che Simon l'ha tradita con una comune amica, il passo è breve, con conseguente estromissione del fedifrago dall'appartamento e dalla vita di Juliet.
La ragazza è distrutta, ha perso ogni certezza e si rifugia in ciò che ha amato di più, ossia i ricordi della nonna materna, una sarta col pallino della casalinga perfetta.
Ed ecco quindi Juliet recuperare i vecchi insegnamenti della nonna, complici un diario ed un vecchio manuale di economia domestica degli anni cinquanta; da essi Juliet trae conforto, rispolverando ciò che la nonna le ha trasmesso in materia di cucito creativo.
Ed in un'orgia di tessuti vintage da trasformare in vezzosi grembiulini da perfetta casalinga anni cinquanta, Juliet trova la maniera di incasinarsi sessualmente col suo superiore, innamorarsi di nuovo di un irresistibile ragazzo "tutto lentiggini" e di scoprire un mistero che riguarda il passato della propria madre; verrà anche a patti con i problemi che si trascina dietro dall'infanzia, il tutto in mezzo ad equivoci divertenti generati dalla sua imbranataggine. Non manca il ritorno di Simon, che cerca in tutti i modi di riconquistarla.
Ecco, Simon l'ho proprio odiato: difficile immaginare un maschio più bamboccione, immaturo ed insensibile di lui: come si fa ad andare a letto con un'amica della propria fidanzata? E come si fa a chiamare la suddetta fidanzata col nome dell'amante? Un classico della casistica mondiale delle corna, seguito solo dall'errore nell'inviare il messaggino all'amante!
E poi, Juliet, tesoro, come fai ad innamorarti di uno così? Un bietolone irsuto, perennemente vestito di tutine di viscosa (insegna educazione fisica) che passa il suo tempo a sudare su un vogatore? Uno che, dopo la rottura, non ha il coraggio di raccontare la verità alla propria madre, ma che le fa credere di essere lui il cornuto della situazione! No, non ci siamo; è vero che Juliet lo caccia subito da casa e rompe con lui, ma poi perde subito punti. Come? Ecco: appena il traditore palestrato bussa alla porta, lei gli cade fra le braccia come una in astinenza da tre anni!
Molto meglio Dylan, adorabile orsacchiotto cosparso di lentiggini come codette di cioccolato su un muffin. Ma, per arrivare al dunque con lui, quante pene da superare, quante manovre truffaldine messe in atto dal caro Simon da sventare....
Ecco, la trama è abbastanza scontata, non discostandosi di molto da mille altre che trattano di amori, tradimenti & rivalse conditi da rimedi casalinghi, in questo caso il cucito; un romanzo abbastanza carino ma niente di più, buono per passare un paio d'ore rilassanti. La nota veramente dolente sta nella sciatteria del linguaggio. Mi spiego meglio: periodi abbastanza sconclusionati, pronomi sparsi un po' ad mentula canis, veri e propri errori, tutte cose che non possono attribuirsi all'incolpevole autrice, poiché se in una frase si parla di un uomo, non si può individuarlo con un "lei," nè pare molto bello fare colazione "al letto." Per dire.
Il libro è tutto un fiorire di inesattezze lessicali ed imperfezioni francamente strane, come se uno straniero traducesse dall'inglese all'italiano, cosa che mi ha costretta a rileggere alcune frasi diverse volte prima di capire che c'era un errore.
Questa cosa mi ha disturbato molto, qualunque libro, anche il più ingenuo, merita una traduzione non solo accurata, ma anche corretta.
O possiamo andare tutte a far colazione al letto!
Com'è la vita di una lettrice compulsiva in tempo di crisi? Risposta: è dura. Tutti quei libri in vendita, magari a prezzi stracciati, col portafogli che ti dice:"Ricordati di non farmi morire!"
E allora? Come conciliare la salute della tasca con l'impulso alla lettura?
Io ho una mia soluzione: il mio fido mercatino dell'usato! Ultimamente, poi, sembrerebbe che un'altra lettrice compulsiva come me abbia deciso di svuotarsi casa, portando a vendere un'intera biblioteca, rosa e non; ed è fra questa marea di libri quasi nuovi che l'occhio mi è caduto su un romanzo intitolato "Amore, zucchero e cannella" di Amy Bratley. Sottotitolo: "C'è un solo rimedio per alleviare le pene d'amore: i buoni vecchi consigli della nonna."
Urka, mi dico, questo lo prendo. Detto fatto, pago, porto a casa e inizio la lettura.
La trama in sè sa molto di risaputo: Juliet, ventiquattrenne londinese, è andata a vivere da poco con Simon, il suo grande amore. Il quale si dimostra grande, sì, ma non nel modo che crede lei: la prima notte che passano nel nuovo appartamento, lui la chiama col nome di un'altra!
Da lì ad accertare che Simon l'ha tradita con una comune amica, il passo è breve, con conseguente estromissione del fedifrago dall'appartamento e dalla vita di Juliet.
La ragazza è distrutta, ha perso ogni certezza e si rifugia in ciò che ha amato di più, ossia i ricordi della nonna materna, una sarta col pallino della casalinga perfetta.
Ed ecco quindi Juliet recuperare i vecchi insegnamenti della nonna, complici un diario ed un vecchio manuale di economia domestica degli anni cinquanta; da essi Juliet trae conforto, rispolverando ciò che la nonna le ha trasmesso in materia di cucito creativo.
Ed in un'orgia di tessuti vintage da trasformare in vezzosi grembiulini da perfetta casalinga anni cinquanta, Juliet trova la maniera di incasinarsi sessualmente col suo superiore, innamorarsi di nuovo di un irresistibile ragazzo "tutto lentiggini" e di scoprire un mistero che riguarda il passato della propria madre; verrà anche a patti con i problemi che si trascina dietro dall'infanzia, il tutto in mezzo ad equivoci divertenti generati dalla sua imbranataggine. Non manca il ritorno di Simon, che cerca in tutti i modi di riconquistarla.
Ecco, Simon l'ho proprio odiato: difficile immaginare un maschio più bamboccione, immaturo ed insensibile di lui: come si fa ad andare a letto con un'amica della propria fidanzata? E come si fa a chiamare la suddetta fidanzata col nome dell'amante? Un classico della casistica mondiale delle corna, seguito solo dall'errore nell'inviare il messaggino all'amante!
E poi, Juliet, tesoro, come fai ad innamorarti di uno così? Un bietolone irsuto, perennemente vestito di tutine di viscosa (insegna educazione fisica) che passa il suo tempo a sudare su un vogatore? Uno che, dopo la rottura, non ha il coraggio di raccontare la verità alla propria madre, ma che le fa credere di essere lui il cornuto della situazione! No, non ci siamo; è vero che Juliet lo caccia subito da casa e rompe con lui, ma poi perde subito punti. Come? Ecco: appena il traditore palestrato bussa alla porta, lei gli cade fra le braccia come una in astinenza da tre anni!
Molto meglio Dylan, adorabile orsacchiotto cosparso di lentiggini come codette di cioccolato su un muffin. Ma, per arrivare al dunque con lui, quante pene da superare, quante manovre truffaldine messe in atto dal caro Simon da sventare....
Ecco, la trama è abbastanza scontata, non discostandosi di molto da mille altre che trattano di amori, tradimenti & rivalse conditi da rimedi casalinghi, in questo caso il cucito; un romanzo abbastanza carino ma niente di più, buono per passare un paio d'ore rilassanti. La nota veramente dolente sta nella sciatteria del linguaggio. Mi spiego meglio: periodi abbastanza sconclusionati, pronomi sparsi un po' ad mentula canis, veri e propri errori, tutte cose che non possono attribuirsi all'incolpevole autrice, poiché se in una frase si parla di un uomo, non si può individuarlo con un "lei," nè pare molto bello fare colazione "al letto." Per dire.
Il libro è tutto un fiorire di inesattezze lessicali ed imperfezioni francamente strane, come se uno straniero traducesse dall'inglese all'italiano, cosa che mi ha costretta a rileggere alcune frasi diverse volte prima di capire che c'era un errore.
Questa cosa mi ha disturbato molto, qualunque libro, anche il più ingenuo, merita una traduzione non solo accurata, ma anche corretta.
O possiamo andare tutte a far colazione al letto!
Avevo iniziato anche io a leggerlo, perche' era stato acclamato come er meglio der meglio :)
RispondiEliminaMi e' bastata la prima pagina, dove lei scopre del fidanzato e la sua amica per farmi cadere in uno stato di angoscia! E che caspita!!! Meno male che non ho finito la lettura...va!
Scanso questi libri come la peste......
RispondiEliminaOssignur non scampa nulla! O scritti male, o noiosi, oppure tradotti a... mentula canis (??? Boh? Ma che è...). A parte che non l'avrei comprato perché odio tutti i libri che seguono 'sta moda della cucina, dolci, profumi e spezie varie, nonché tutti quelli che trattano di economia domestica, ma se lo avessi fatto e pure trovato errori di traduzione...
RispondiEliminaGrazie o Sovrana delle Befane...
Ma prego, principessa delle scopemunite! :)
EliminaMa dette in latino Ross permetti le parolacce????? Ah beh allora dobbiamo imparare tutte :D
RispondiEliminaMolto divertente la malelingua, il libro l'ho evitato con gran piacere ^_^
Brava Lucilla!
primo caso nella storia della letteratura di letto affamato... forse avevano paura che il libro si trasformasse in un horror e tentasse di mangiare i protagonisti, per questo han provato a fargli fare colazione!
RispondiEliminaRagazze, riemergo dal mio letto di dolore, dopo tre giorni di influenza profonda.... E sarà meglio che mi alzi presto, se non voglio che il letto mi mangi!
RispondiEliminaLullibi, quella cosa lì si riferisce all'apparato riproduttore dei cani maschi. :)