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Scegli me di Cassandra Rocca


Diamo ufficialmente il via al progetto: “Nuove penne…cercasi!”!!! Sono emozionatissima, posso fare anche il taglio del nastro??? Ross??!!! Me l’hai preparato?? Non ci posso credere, se l’è scordato!!! Che delusione… sniff sniff..;(( E io che già mi immaginavo a tagliare il nastro tassativamente rosa e a cominciare a declamare il racconto. Vorrà dire che mi accontenterò di recitare. ;)
Siete pronte???
Il primo racconto che vi propongo è quello di Cassandra. Sebbene avessimo imposto un limite di battute molto conciso, Cassie è riuscita a parlare di una sfaccettatura dell`amore non facile da affrontare; si tratta della scelta tra cuore e istinto. Cosa sceglierà Julia, la protagonista di questa storia? Non vi resta che scoprirlo, leggendo!! Ovviamente,non dimenticate di lasciare il vostro commento!!:-)

SereJane

P.s. Vorreste vedere il vostro racconto pubblicato nel Blog? Leggete attentamente le istruzioni in questo Link ed inviateci il vostro racconto all'indirizzo indicato.




                                Scegli Me di Cassandra Rocca
 
Stava immobile sulla riva, con i lunghi capelli svolazzanti nella brezza notturna. La luna iniziava la sua discesa verso il mare, donando al paesaggio un chiarore argenteo e quasi magico. Anche lei appariva irreale, con indosso un indumento impalpabile e quasi trasparente. Dal suo balcone, lui riusciva a scorgere il continuo scivolare del tessuto morbido, che lasciava scoperta buona parte della spalla, mentre un'ampia porzione di gambe snelle facevano capolino dall'orlo corto. Non era certo di cosa lei stesse facendo sulla spiaggia a quell'ora, forse non riusciva a dormire... Come non ci riusciva lui. La sua mente era invasa da così tanti pensieri che la riguardavano da dargli il tormento, e vederla laggiù gli era parso quasi uno scherzo, un'allucinazione.
In quel momento lei si volse, puntando i suoi grandi occhi color del mare proprio su di lui. Il vento soffiò alcune ciocche sul suo viso, che lei scostò con una mano senza smettere di guardarlo. Gli sorrise. Non fece nessun altro movimento, eppure per lui fu un richiamo sufficiente. Uscì di casa, raggiungendola a riva, e fu immediatamente circondato dal suo profumo, trasportato dalla brezza marina. Ad un passo da lei riuscì a notare un cavalletto fotografico saldamente fissato alla sabbia bagnata, ma il suo sguardo tornò a posarsi sul quel viso d'angelo, non potendo fare a meno di notare quanto fosse bella in quel momento. I suoi sensi erano in subbuglio alla sola idea di esserle vicino, anche se non avrebbe dovuto provare quel trasporto incontenibile.
Ma, il cielo gli era testimone, non sapeva proprio come fare a smettere.
Tentò di distrarsi dalle sensazioni che quel corpo tentatore appena celato scatenava in lui, e fissò la macchina fotografica. << Che stai facendo? >> chiese, con un filo di voce.
<< Aspetto il momento perfetto. >> rispose lei, senza voltarsi.
<< Come puoi stabilire quando arriverà? >>
<< Quando la luna toccherà il mare, lo sarà. La loro unione sarà perfetta, come quella di due amanti. >>
Quella voce musicale gli diede i brividi, le immagini che evocò nella sua mente gli accelerarono il flusso
sanguigno. << Non sei mai riuscita a coglierlo prima? >>
Lei si volse appena, guardandolo da sotto le folte ciglia. << Solo una volta. Da quella notte continuo a cercarlo, disperatamente >>. I loro occhi restarono incatenati, e lui alzò una mano a sfiorarle la guancia in una lieve carezza. I loro pensieri riandarono alla notte lontana in cui erano stati insieme, il loro momento perfetto. Dio solo sapeva quanto anche lui desiderasse ritrovare quell'attimo...
Avvicinò il viso a quello stupendo di lei, le labbra ad un soffio dalle sue. La vide inclinare la testa, pronta a ricevere il suo bacio, ma qualcosa lo trattenne, facendolo esitare. << Mi tenti come il diavolo >> sussurrò, sfregando il naso contro quello piccolo e armonioso. << Di questo passo impazzirò. >>
<< Per me è già troppo tardi >> Lei poggiò le mani sul suo petto nudo, sfiorandogli il cuore. << Ho bisogno di quel momento perfetto! >>
Sotto quel tocco leggero ogni sua terminazione nervosa divenne lava incandescente. Tentò di essere
ragionevole un'ultima volta, aprendo la bocca per ricordarle il motivo per cui non avrebbero dovuto superare il confine, ma lei parve intuirlo e gliela chiuse, baciandolo con una tale dolcezza e sensualità da lasciarlo senza fiato.
Mandò al diavolo ogni remora e si avventò su di lei, immergendo le mani tra i suoi serici capelli e divorandola.
Inalò i suoi sospiri di piacere, assorbì i suoi gemiti, scese con le mani ad accarezzarla, plasmandola su di sé come fosse cera calda. Lei gli apparteneva, la desiderava con ogni fibra del suo essere, non poteva più
fingere. Doveva averla.
Mentre la luna scivolava lentamente sul mare scuro, la liberò dell'indumento impalpabile, riprendendo poi a baciarla selvaggiamente, le mani in continua esplorazione. Lei si muoveva sinuosa contro il suo corpo teso, rendendolo ebbro di passione. Quando gli parve di non riuscire più a reggersi in piedi, tanto era il desiderio di averla, la trascinò con sé sulla sabbia fine, il cuore impazzito nel petto. Lei si posizionò sopra di lui, i suoi lunghi capelli scuri lo ricoprirono e, mentre la luna si tuffava nell'oceano, lo accolse in sé con un sorriso estatico. Avrebbe voluto che quel magico momento non avesse mai fine, ma il suo corpo esigeva soddisfazione, la bramosia doveva essere placata. Il suo sangue rombava nelle sue orecchie con un'urgenza tale da sembrare un tamburo.
Immerso totalmente in quell'amplesso incredibile, perse del tutto la cognizione del tempo e dello spazio,
riuscendo a distinguere solamente quei tonfi continui, insistenti, sempre più forti...

Daniel aprì gli occhi di scatto, madido di sudore. Per un istante rimase completamente spaesato a fissare il soffitto, realizzando solo marginalmente che non era notte fonda ma pomeriggio inoltrato, che non era sdraiato sulla spiaggia umida ma scomodamente allungato sul divano. La delusione più grande, tuttavia, era scoprire di non essere intento a fare l'amore con Jane.
Dolorosamente eccitato, si mise seduto passandosi una mano tremante sul viso. Stava impazzendo, ne era sicuro. Ormai non pensava ad altro che a Jane durante il giorno, ma arrivare addirittura a sognarla in una simile circostanza era davvero patetico. Il ricordo del sogno, tuttavia, faceva ancora battere furiosamente il suo cuore... riecheggiando i colpi alla porta. Probabilmente erano stati quei tonfi leggeri ma continui a penetrare nel suo sonno, svegliandolo.
Prese un profondo respiro e si avvicinò alla porta, guardando dallo spioncino. Non aveva nessuna voglia di vedere gente, ma il pensiero di una persona in particolare lo spinse a controllare. Non appena riconobbe il volto al di là della porta si pentì amaramente di essersi alzato dal divano e, mentre ogni rimasuglio di eccitazione svaniva via come acqua fra le dita, fu tentato di non aprire e fingere di non essere in casa.
Una voce sottile lo fece irrigidire. La voce di Jane...
<< Forse non è in casa, Stephen. O magari ha di meglio da fare. Andiamo via... >>
<< La luce in cucina è accesa e la sua moto è in strada. E' strano che non apra la porta. >> rispose Stephen, in tono perplesso.
Cercando di darsi un contegno, Daniel si passò le mani tra i capelli e aprì, stampandosi in faccia
un'espressione sorpresa. << Oh, siete voi >> disse. << Mi sembrava di aver sentito bussare... >>
Stephen sorrise, guardandolo. << Finalmente! Iniziavo a preoccuparmi >>
<< Scusami, mi ero appisolato sul divano. >> Daniel spalancò la porta per lasciarli entrare. << Che cosa vi
porta qui? >>
Stephen si guardò intorno, incuriosito. << Rifiuti sempre ogni invito a uscire, e da quando ci siamo rivisti non siamo ancora riusciti a fare due chiacchiere. Così ho deciso di forzarti un po', cuginetto: sei troppo solitario, non ti riconosco più! >>
Daniel intercettò lo sguardo mortificato di Jane, entrata in casa dopo il fidanzato, ma venne distratto dal lieve profumo vanigliato che lei emanava, e che gli solleticò le narici mentre gli passava accanto. Dovette far leva su ogni briciola di autocontrollo in suo possesso per non lasciare che le sensazioni del sogno prendessero nuovamente il sopravvento, e si sforzò di prestare la sua attenzione unicamente al cugino, così da tenere lontani pensieri pericolosi. << Hai ragione, sono parecchio più solitario rispetto a un tempo >> disse, facendolo accomodare su una poltrona. Il suo stomaco si strinse nel vedere la mano di Stephen afferrare quella di Jane per farla sedere sul proprio grembo, e andò a sedersi sul divano da solo, nell'angolo più lontano.
<< Scusa se ti abbiamo svegliato... >>
<< Non preoccuparti, è stato meglio così >> bofonchiò Daniel, chiedendosi che altro sarebbe potuto
succedere nel suo sogno se Stephen non lo avesse interrotto. Alzò lo sguardo lanciando una veloce occhiata all'oggetto dei suoi desideri, che se ne stava seduta rigidamente sulle ginocchia del fidanzato, lo sguardo rivolto fuori dalla vetrata. Era evidentemente a disagio, e Daniel si chiese come facesse suo cugino a non rendersene conto.
Intrattenne Stephen con discorsi basati unicamente sul lavoro, sul tempo passato a Los Angeles, sulla
coincidenza di ritrovarsi proprio ad essere il vicino di casa di Jane, sulla spiaggia di Malibù. Lei partecipava alla conversazione solo se tirata in ballo, e il suo atteggiamento silenzioso era così anormale da colpire anche Stephen, dopo qualche minuto.
<< Tesoro, come sei silenziosa! >> le disse, voltando il viso della ragazza per osservarlo meglio. << Io e
Danny non ci vediamo da troppo tempo e ci perdiamo nei dettagli. Forse ti stiamo annoiando? >>
<< Certo che no. Forse vi trovereste meglio a chiacchierare tra voi... Avete molto tempo da recuperare.>>
<< Sembra quasi timida, vero? >> scherzò Stephen, rivolto a Daniel. << Ma scommetto che hai avuto
occasione di vederla in azione, visto che abitate l'uno accanto all'altra. E' una mitraglia, di solito, a volte direi quasi sfinente! >> Ammortizzò la critica affettuosa con un bacio, e Daniel si irrigidì suo malgrado. Era assurdo provare fastidio, invidia e addirittura un pizzico di rabbia nell'assistere all'intimità di quei due. Era lui ad essere di troppo, non il contrario. Ma non poteva fingere con naturalezza, non quando vedeva Jane sorridere dolcemente ad un altro uomo di fronte a lui.

<< Hai ragione, l'ho vista molto più sciolta in diverse occasioni. >> Il chiaro riferimento all'unica notte di
passione che avevano vissuto fece sgranare gli occhi di Jane, e un lieve rossore le apparve sul viso. La
tenerezza che suscitò in lui lo irritò ancora di più. << Forse non aveva nessuna voglia di essere trascinata qui, Stephen. Stare insieme, visti gli impegni che hai, dev'essere una cosa rara per voi, e dividerti con me non deve farle piacere. >> sbottò, inacidito.
Stephen guardò per un momento Jane, come in cerca di conferme; poi scosse la testa. << Sapeva quanto ci tenessi a fare due chiacchiere con te, Dan. E' vero, ultimamente sembra più bisognosa di attenzioni e affetto, ma avremo tutta la vita davanti per stare insieme. Non è vero, piccola? >>
<< Certo >> rispose lei, lanciando un'occhiataccia a Daniel non appena il suo fidanzato smise di guardarla.
<< E tu non ce l'hai una ragazza, Danny? >> chiese Stephen. Daniel fissò Jane.
<< Non ho tempo per pensare alle donne. Complicano troppo la vita. >> Ignorò lo scatto verso l'alto del
sopracciglio di lei e si concentrò su Stephen, che scosse la testa con aria divertita.
<< Daniel è il classico uomo da “mordi e fuggi”, >> spiegò alla fidanzata.
<< Chi lo avrebbe mai detto? >> ribatté Jane, con velata ironia << Eppure ha l'aria del bravo ragazzo, un tipo di cui pensi di poterti fidare... e non un uomo dall'assaggio facile. >>
<< Non fraintendere, non è senza cuore. Lo ha, solo che lo tiene ben nascosto, perché ha paura che possa spezzarsi. >> Rivolto al cugino, Stephen aggiunse: << E tu non far caso a lei, è una ragazza un po' all'antica, pura come la neve. Non si capacita di alcune cose, come ad esempio le coppie senza amore, le bugie, l'infedeltà... >>
Jane balzò in piedi, passandosi una mano tra i capelli, e Daniel avrebbe riso se non avesse avvertito forte
come lei il disagio per quella conversazione. Quell'unica notte passata insieme era stata speciale, un fulmine a ciel sereno che li aveva colti di sorpresa: prima ancora di capire cosa stesse succedendo si erano ritrovati l'uno fra le braccia dell'altra. Da quel momento avevano cercato di dimenticare, perché Jane era fidanzata con suo cugino e fra loro non poteva esserci altro che amicizia. Riuscirci era tutt'altro che semplice, però...
<< Non metterla in imbarazzo... >> disse a Stephen, con un filo di voce.
<< Ma è un complimento! Lei è bella proprio per questo. >> Stephen fece passare lo sguardo da Daniel a
Jane, confuso. << Ehi, amore, che c'è? >>
<< Nulla, solo che... >> Il cercapersone di Stephen prese a suonare, disperdendo le parole esitanti di Jane.
<< E' l'ospedale, devo andare. Mi dispiace, non riesco a stare in compagnia delle persone per più di pochi minuti per volta. Mi sembra di avere rapporti solo con i miei pazienti, ormai! >> disse Stephen, alzandosi.
Salutò frettolosamente il cugino e baciò la fidanzata, uscendo poi a precipizio dalla casa, mentre Daniel e
Jane restavano impalati a fissarsi.
<< Carina la tua frecciata, poco fa... >> borbottò Jane, le mani spinte in fondo alle tasche dei jeans.
<< Tanto quanto le vostre effusioni... >>
Gli occhi da gatta di Jane si assottogliarono. << Effusioni? Ma se ero rigida come un palo d'acciaio! A volte ho l'impressione di avere un cartello luminoso sulla fronte che ti indica con una freccia lampeggiante e recita " Ho fatto sesso con quest'uomo!". Davvero non capisco come lui non se ne accorga... >>
<< Stephen è troppo sicuro di sé... e di te. >>
<< E fino a un mese fa ne aveva ogni diritto. Non avrei mai pensato di poter essere infedele... Proprio io che ho sempre condannato queste cose! >> Jane si passò una mano sul viso. << Da quella notte ogni mio gesto ha perso spontaneità, comportarmi come se non fosse successo niente mi sta uccidendo. Non so che fare! >>
Daniel la inchiodò con lo sguardo. << Devi solo scegliere. >>
Jane lo alzò il viso di scatto, il cuore in tumulto. << Che vuoi dire? >>
"Scegli me!" gridò il cuore di Daniel, e per un attimo fu tentato di dar voce a quel desiderio. Ma il pensiero della sofferenza che avrebbe inflitto a suo cugino, e la poca dimestichezza che lui stesso aveva con i sentimenti, lo frenarono. Non aveva mai incontrato nessuna in grado di fargli provare così tante emozioni, ma anche se la desiderava da impazzire, anche se non riusciva più a togliersela dalla testa, non poteva fare una cosa del genere a Stephen.
Perciò disolse lo sguardo e si strinse nelle spalle. << Devi scegliere cosa è meglio per te. Parla con lui... Forse riuscirete a risolvere le cose. >>
Jane indietreggiò. << Hai ragione. Grazie del consiglio. >> disse, con voce spenta.
Daniel si maledì nel momento stesso in cui udì la porta chiudersi piano.





Commenti

  1. Ragazza mia, ma e' tristerrimo! Pensavo che Daniel avrebbe mandato al diavolo cugino e convenzioni e avrebbe afferrato Jane, ma mi consolo con la convinzione che, magari, in un ipotetico seguito lui lo farà davvero....
    Brava Cassandra, hai fantasia, e l'idea del sogno mi piace molto; forse sei in un momento di pessimismo, e mi piacerebbe leggere anche qualcos'altro di tuo, magari meno
    "doveroso" e più istintivo, che ne dici?
    Ciao
    Lucilla

    RispondiElimina
  2. NOOO!! :D ti assicuro che nel romanzo completo va a finire molto bene! questa è solo una scena estrapolata... ;)
    Gli stessi protagonisti erano nel racconto di Natale pubblicato su "la mia biblioteca romantica" e quello non era triste... ;)

    RispondiElimina
  3. Mi è piaciuto, peccato che non fosse un racconto autoconclusivo. Sono rimasta con la curiosità di scoprire cosa succede poi! :-P

    RispondiElimina
  4. L'intento era quello! ;p
    comunque grazie! :)
    cassie

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  5. Ah, allora se e' così non si rimane con l'amaro in bocca!
    Perfetto, dunque, Daniel e Jane soffrono, come e' doveroso che sia, ma poi tutto si aggiusta.
    Così mi piace!
    Brava, Cassie!
    Lucilla

    RispondiElimina
  6. Certo, c'è un velo di tristezza...anche se la certezza di un happy end conforta ;) Soprattutto, scrivi con un bel ritmo, fluido e privo di immagini scontate.
    Patrizia

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  7. Grazie Patrizia, il tuo è un grande complimento! :)
    Cassie

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  8. Se non fosse che non ha il lieto fine sarebbe stato perfetto ^_^
    Brava Cassandra!
    Però Ross non puoi pubblicare racconti tristi su un blog rosa! Anche se sono scene non autoconclusive siamo lettrici di romance, ci vuole il lieto fine!!!!!!

    da una tristissima Libera

    RispondiElimina
  9. Grazie Libera!
    Comunque non è triste, solo in "pausa" ^.^
    E' che a me piacciono le storie un po' tormentate, quelle in cui i protagonisti pensano: "Vorrei tanto, ma non so se posso farlo..." con conseguente tormento! :)
    Cassie

    RispondiElimina
  10. A me è piaciuto molto, non l'ho trovato triste anzi è solo reale, insomma è una cosa che può capitare, e sono curiosa di sapere come finisce!!!brava Cassandra!!!

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  11. Grazie Annika! Di cuore... :)
    Cassie

    RispondiElimina
  12. Bello davvero!
    Se mai dovessi pubblicare la storia completa la prenderei di certo, mi piace molto come scrivi :)
    Complimenti!
    PiPiPi

    RispondiElimina
  13. *.* PiPiPi, ti adoro! ;)
    Io ci sto provando, spero tanto di riuscire!
    Grazie di cuore...
    Cassie

    RispondiElimina
  14. Molto bello e scorrevole!complimenti:)
    aspettiamo l'epilogo adesso U.U Ross, quando tornerete a deliziarci con i nuovi racconti del concorso?:)
    Morg

    RispondiElimina
  15. Grazie Morg! :)

    RispondiElimina
  16. Ho avuto solo oggi il tempo di leggere questo racconto.Che dire? è splendido,fluente e denota una grandissima tecnica narrativa.Bravissima!

    RispondiElimina
  17. Ma quante brave scrittrici abbiamo in Italia! Scritto molto bene e intrigante, ho capito subito, dal finale, che il racconto è solo un assaggio di un romanzo con un lieto fine. Lo leggerei! Francesca M.

    RispondiElimina
  18. Grazie ad entrambe! :')
    Cassie

    RispondiElimina

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