I calici libriamo, lo champagne mesciamo alla salute della Bella noi brindiamo Con nastri e paillettes noi gaudenti ammalia con cosce bianche e sode nell'Eden ci confina. Con voce da sirena il mondo fa dimenticare orsù beviamo, giovani in eterno vogliam restare Mi immagino così la scena di un cafè-chantat (o caffè concerto), con una bellezza sul palco, la Sciantosa, di stoffa (poca) brillante abbigliata, e giovani aristocratici con occhi da triglia, che applaudono, fischiano, battono i piedi quale omaggio alle sue canzoni (?!). Le sciantose erano le regine del cafè-chantant: il loro passato un mistero, per rendere il personaggio intrigante e malizioso, parlavano con finti accenti stranieri e costruivano storie d'amore con uomini famosi per accrescere ancora di più la loro popolarità. Il termine sciantosa è un'italianizzazione (o meglio una storpiatura in dialetto napoletano) della parola francese chanteuse, che significa "cantante": inizialmente,
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