C’era una volta un cavaliere duro, burbero, addestrato alla guerra e incapace di amare.
C’era una volta una donzella (abbastanza oca, a dire il vero), che sognava un cavaliere capace di portarla via dal maniero di suo padre e donarle l’amore.
C’era una volta una storia già letta e riletta raccontataci da Kinley MacgGregor: Il cavaliere dei desideri.
Peccato però, La conquista del cuore, sempre facente parte di questa saga, era stata a suo tempo una lettura deliziosa, e finora l’unico romanzo di questa autrice che veramente mi sentirei di consigliare.
Dunque, fatevi raccontare un po’ di questa donzella di 22 anni, (oltre il fiore della giovinezza, secondo i canoni medioevali), cosi intelligente, coraggiosa e indomita che scommette con se stessa di far ridere un cavaliere “tutto di un pezzo”. E come pensa di riuscirci? Ma raccontandogli delle barzellette, naturalmente!! “Quanti scandinavi ci vogliono per accendere un fuoco? Nessuno, perché preoccuparsi del fuoco quando c’è un monastero sulla montagna?". L’avete capita? Si? Ed allora cortesemente, abbiate pietà di me e spiegatemela. Già che ci siete, spiegatemi anche questa: "Quanti scandinavi ci vogliono per accendere un fuoco? Due, uno per accendere il fuoco e l’altro per confondere la faccenda”.
Sicuramente, molte lettrici avranno apprezzato ‘sta cosa delle barzellette, ma a me a dir la verità, ha dato leggermente sui nervi. (Decisamente avrò qualcosa della femminista sfegatata in me, infatti quando in un romanzo la donna viene descritta come un’oca...non so, brucerei il romanzo. )
C’è da dire, ad ogni mdo, che "Nel cavaliere dei desideri", la MacGregor non ci nega la sua scrittura leggera ed ironica. Infatti, le battute che si scambiano i due fratelli sono molto divertenti, cosi come alcune situazioni in cui i protagonisti si ritrovano. Quando leggerete dell’assalto del cinghiale, beh, lasciate un commentino per farci sapere se vi ha divertito. E come non versare qualche lacrima quando Draven finalmente si dichiara ad Emily?
Insomma, se potete sopportare gli orrori di battitura, le cretinate varie che l’eroina fa e dice, la “tranciatura” di pezzi di storia,(il mistero legato agli assalti del villaggio e conseguente smascheramento del cattivo viene riassunto in poche righe, grrr!), e non vi preoccupate di chiudere un romanzo che vi ha dato per tutta la lettura una sensazione di déjà vu , sicuramente coglierete il piacere di leggere una storia che non ha nulla di pretenzioso, ma che alla fine si riscatta con una dichiarazione d’amore che vale tutta la lettura.
Juneross
C’era una volta una donzella (abbastanza oca, a dire il vero), che sognava un cavaliere capace di portarla via dal maniero di suo padre e donarle l’amore.
C’era una volta una storia già letta e riletta raccontataci da Kinley MacgGregor: Il cavaliere dei desideri.
Peccato però, La conquista del cuore, sempre facente parte di questa saga, era stata a suo tempo una lettura deliziosa, e finora l’unico romanzo di questa autrice che veramente mi sentirei di consigliare.
Dunque, fatevi raccontare un po’ di questa donzella di 22 anni, (oltre il fiore della giovinezza, secondo i canoni medioevali), cosi intelligente, coraggiosa e indomita che scommette con se stessa di far ridere un cavaliere “tutto di un pezzo”. E come pensa di riuscirci? Ma raccontandogli delle barzellette, naturalmente!! “Quanti scandinavi ci vogliono per accendere un fuoco? Nessuno, perché preoccuparsi del fuoco quando c’è un monastero sulla montagna?". L’avete capita? Si? Ed allora cortesemente, abbiate pietà di me e spiegatemela. Già che ci siete, spiegatemi anche questa: "Quanti scandinavi ci vogliono per accendere un fuoco? Due, uno per accendere il fuoco e l’altro per confondere la faccenda”.
Sicuramente, molte lettrici avranno apprezzato ‘sta cosa delle barzellette, ma a me a dir la verità, ha dato leggermente sui nervi. (Decisamente avrò qualcosa della femminista sfegatata in me, infatti quando in un romanzo la donna viene descritta come un’oca...non so, brucerei il romanzo. )
C’è da dire, ad ogni mdo, che "Nel cavaliere dei desideri", la MacGregor non ci nega la sua scrittura leggera ed ironica. Infatti, le battute che si scambiano i due fratelli sono molto divertenti, cosi come alcune situazioni in cui i protagonisti si ritrovano. Quando leggerete dell’assalto del cinghiale, beh, lasciate un commentino per farci sapere se vi ha divertito. E come non versare qualche lacrima quando Draven finalmente si dichiara ad Emily?
Insomma, se potete sopportare gli orrori di battitura, le cretinate varie che l’eroina fa e dice, la “tranciatura” di pezzi di storia,(il mistero legato agli assalti del villaggio e conseguente smascheramento del cattivo viene riassunto in poche righe, grrr!), e non vi preoccupate di chiudere un romanzo che vi ha dato per tutta la lettura una sensazione di déjà vu , sicuramente coglierete il piacere di leggere una storia che non ha nulla di pretenzioso, ma che alla fine si riscatta con una dichiarazione d’amore che vale tutta la lettura.
Juneross
L'ho letto dall'originale in versione integrale, senza tagli e riassunti. Devo dire che non era malvagio come romanzo. Anche se il mio preferito resta Born in Sin.
RispondiElimina;o)))
-.- Ecco.... un altro romanzo.... da bruciare o strappare in mille pezzettiniiiiiiiiiiiiii !!!!
RispondiEliminaPer come sono io odierò l'eroina con tutta me stessa >.< CHE PALLE
Dai lidia prova a leggerlo, i personaggi maschili sono ben delineati,forse a te potrebbe piacere ;)
RispondiEliminaMa questa MacGregor è americana? Perchè le barzellette sembrano proprio quelle battute da sit-com americana con le risate preregistrate in sottofondo, perchè sennò non farebbero ridere nessuno.
RispondiEliminaE il cavaliere, poi, ride? Se sì, allora sta bene con la protagonista: lei oca, lui tonno.
Lucilla
La MacGregor è la Sherrilyn Kenyon dei Dark Hunters.
RispondiEliminaSecondo me...certe battute non sono state tradotte in maniera ottimale...ricordo che alcune erano carine...devo riguardare quello in originale.
;o))))
Bene lady, gia' che ci sei leggilo in italiano cosi capirai subito se ci sono differenze
RispondiElimina@ lucilla, l'eroe non ride, ma ha un motivo veamente valido per non farlo, anche se l' eroina lo ignorava. Quello che mi ha lasciato basita e' stato il commento della protagonista, che dopo alcune barzelette si aspettava di vedere il cavaliere scompisciarsi dalle risate....mah?
Proprio l'altro giorno l'ho preso in mano indecisa se acquistarlo, poi ho scelto altro e ancora ci pensavo se fosse il caso di comprarlo ed ora sono contenta di essermi risparmiata una storia così..a me piace leggere e ridere delle battute simpatiche tra protagonisti ma non devono cadere nel ridicolo come mi pare succeda con questo.
RispondiEliminaRoss...farò i confronti e ti saprò dire...il romanzo l'ho comprato anche se non l'ho ancora letto nella versione italiana.
RispondiEliminaAdesso sono alle prese con La Confessione di Julie Garwood! :oDDDDDDDDDDDDDD
Ti prego...risparmiaci la lettura e riporta nel blog la dichiarazione d'amore strepitosa...e di questo che mi nutro.
RispondiEliminaGio
ciao Gio, piu' che dichiarazione e' un gesto importante che fa. La malelingua di questo romanzo e' per l'eroina, e per la traduzione...ma i personaggi maschili sono belli!
RispondiEliminaSe lui non ha riso, ha già la mia stima; però credo che abbia ragione Lady Akasha, ci deve essere lo zampino del solito traduttore-genio.
RispondiEliminaIn ogni caso, Lei sembra davvero un pò borderline....
Lucilla
Allora Ross proverò a leggerlo.... giusto per farmi un'idea sull'eroe ^_^
RispondiEliminaMmm... mi sa che come umorismo sei più brava tu, Ross! :-)
RispondiEliminaLe tue recensioni sono sempre divertentissime!!!
Sinceramente non ricordavo la protagonista "borderline", ma solo innamorata a prima vista...e non sapendo del patto che Lui era costretto a osservare, pena la vita, fa di tutto per conquistarlo...e farsi sposare! E come darle torto?
RispondiElimina;o)))))