Direttamente dalla scrivania di Noco.
Ed eccomi a parlare di un altro bel libro da leggere, adatto alle amanti delle storie romantiche e ben scritte.
E, indovinate un po’,sto parlando di un’autrice italiana!
Poco tempo fa ho trovato, dopo lunghe ricerche, Il romanzo originario che conteneva la prima edizione di “L’ombra del passato”, ma appena saputo che quest’edizione sarebbe stata ristampata, in versione riveduta e corretta dall’autrice stessa, ho deciso di torturarmi e attendere ancora un po’. I cambiamenti hanno riguardato la non trascurabile quantità di 40.000 battute sparse per l’intera estensione del libro. Un vero dono fatto dalla Signora Albanese alle sue lettrici, che dimostra quanta attenzione ponga nel suo lavoro, mettendo mano ad uno dei libri che, a detta di molte, era già una meraviglia, e quanto tenga a noi fan che avevamo il problema diffuso di non riuscire a reperire la prima edizione del romanzo.
Questo libro è andato al di là delle mie aspettative.
Ho amato talmente tanto i lavori precedentemente letti, che mi sembra impossibile poterne apprezzare altri … eppure …
L’autrice, infatti, come molti sapranno, è tra le mie preferite e, neppure questa volta, mi ha delusa. Lo stile elegante, ironico, scorrevole ed intenso, la piena padronanza della lingua italiana, la sua musicalità e la varietà di termini, che hanno reso le descrizioni vivide e luminose, i personaggi vivi e umani, l’intreccio credibile e molto romantico, mi hanno indotto a divorare il libro e letteralmente a fare le ore piccole.
Il merito va, innanzitutto, attribuito all’ambientazione insolita e, come sempre, molto accurata: Pantelleria, un’isola di cui io ho sentito molto parlare (ma decisamente lontana da me e dalle mie origini fortemente alpine), una perla del Mediterraneo, chiamata così per la continua presenza del vento. Ho colto lo studio dell’autrice per infondere credibilità ai particolari, e non posso che sottolinearlo: nulla è lasciato al caso e, naturalmente, tutto il racconto ne trae giovamento. Ho udito lo sciabordio delle onde, l’odore salmastro mescolato all’aroma intenso dei fiori, sono rimasta abbagliata dallo splendore del mare e dalla luminosità del cielo, ho assaporato la presenza costante del vento, immaginando che mi scompigliasse i capelli. E, insieme alla protagonista, ho atteso trepidante i pochi istanti delle giornate di quell’unico mese durante l’anno, per poter rinascere e purificare il mio animo dalle amarezze della vita su quella spiaggia, incurante del disordine dei capelli o dell’arrossamento del viso. Una protagonista decisamente a me congeniale: semplice e diretta, intelligente e salace, ma mai tanto da superare il decoro, incurante delle convenzioni, ma mai incline a farsi deridere per aver oltrepassato il limite. Insomma forte, ma non incosciente. E l’ho vista crescere e maturare attraverso un percorso interiore molto ponderato, abbandonare gli sterili e romantici sogni di ragazzina, per abbracciare il vero amore, maturo e travolgente, passionale, che fa perdere la testa, soffrire, ma che porta in paradiso, un dono che solo poche persone al mondo e una sola volta nella vita, possono affermare di aver vissuto. Forte di questo sentimento e consapevole della sua importanza, decide di lasciarsi guidare dalla luce in fondo al tunnel delle convezioni, per sciogliere le catene di una società gretta e rigida e raggiungere il proprio scopo, godere della propria felicità, pur sfidando la persone della propria classe e mettendo a repentaglio la loro benevolenza.
E poi, come dimenticare Pietro, il “pirata di Pantelleria”, l’uomo che ha un fascino dato dalla bellezza bruna e misteriosa, ma anche dall’aura di pericolosità che lo circonda. Un eroe che non perde il suo carisma anche scoprendo le proprie carte, e dimostrando che può essere amato non per cosa si pensa di lui, ma per ciò che è: un uomo che è uscito rinforzato dalle violenze e dall’amarezza dell’infanzia, non incattivito e che, attraverso il proprio ingegno, pur con le proprie insicurezze ben radicate, è riuscito a costruirsi una vita dignitosa, accettabile sotto molti punti di vista, piena di amici sinceri e costellata di tante piccole vittorie. Mi sono letteralmente sciolta quando lui, rifulgente di orgoglio, stringe a sé Diletta sulla sua barca e, traboccante di felicità, sussurra che lei è “la sua donna”..
Inoltre, ci tengo a sottolineare come Diletta, la ragazza meno appariscente, bella, ma mai volgare, non incline a civettare (o come si direbbe ora a flirtare) per attirare l’attenzione, non propensa a scollature o ammiccamenti , a conti fatti, sia la più corteggiata. Tra Diletta e Carlotta (l’appariscente cugina nemica-amica della protagonista) , la vincitrice è, su tutti i fronti, Diletta, e persino la cugina se ne renderà conto, trasformando la sterile invidia in ammirazione e in un ideale a cui tendere, aprendosi uno spiraglio per raggiungere la felicità.
L’incontro tra due anime, la fusione sincera di due meravigliose personalità che si rinforzano e si nutrono l’una dell’altra.
Spettacolare e romanticissimo il finale, di cui non rivelerò nulla: una volta cominciato il libro, non vedrete l’ora di arrivare a leggerlo.
Noco
Italia, Pantelleria, 1800 circa
Un drammatico segreto in fondo al suo cuore.
La bionda Diletta d’Altavilla subisce, suo malgrado, il fascino tenebroso di Pietro, il Pirata di Pantelleria, un uomo dal passato oscuro che fa strage di cuori ma che nessuna ragazza per bene dovrebbe frequentare. Eppure, quando Diletta si trova in balia di una tempesta, è Pietro a soccorrerla e a ospitarla nella sua torre. Tutta Pantelleria grida allo scandalo e Diletta deve acconsentire alle nozze riparatrici. Solo un dubbio si fa strada in lei: non si sarà trattato di uno stratagemma del Pirata per vincerne le resistenze e farla sua?
Ed eccomi a parlare di un altro bel libro da leggere, adatto alle amanti delle storie romantiche e ben scritte.
E, indovinate un po’,sto parlando di un’autrice italiana!
Poco tempo fa ho trovato, dopo lunghe ricerche, Il romanzo originario che conteneva la prima edizione di “L’ombra del passato”, ma appena saputo che quest’edizione sarebbe stata ristampata, in versione riveduta e corretta dall’autrice stessa, ho deciso di torturarmi e attendere ancora un po’. I cambiamenti hanno riguardato la non trascurabile quantità di 40.000 battute sparse per l’intera estensione del libro. Un vero dono fatto dalla Signora Albanese alle sue lettrici, che dimostra quanta attenzione ponga nel suo lavoro, mettendo mano ad uno dei libri che, a detta di molte, era già una meraviglia, e quanto tenga a noi fan che avevamo il problema diffuso di non riuscire a reperire la prima edizione del romanzo.
Questo libro è andato al di là delle mie aspettative.
Ho amato talmente tanto i lavori precedentemente letti, che mi sembra impossibile poterne apprezzare altri … eppure …
L’autrice, infatti, come molti sapranno, è tra le mie preferite e, neppure questa volta, mi ha delusa. Lo stile elegante, ironico, scorrevole ed intenso, la piena padronanza della lingua italiana, la sua musicalità e la varietà di termini, che hanno reso le descrizioni vivide e luminose, i personaggi vivi e umani, l’intreccio credibile e molto romantico, mi hanno indotto a divorare il libro e letteralmente a fare le ore piccole.
Il merito va, innanzitutto, attribuito all’ambientazione insolita e, come sempre, molto accurata: Pantelleria, un’isola di cui io ho sentito molto parlare (ma decisamente lontana da me e dalle mie origini fortemente alpine), una perla del Mediterraneo, chiamata così per la continua presenza del vento. Ho colto lo studio dell’autrice per infondere credibilità ai particolari, e non posso che sottolinearlo: nulla è lasciato al caso e, naturalmente, tutto il racconto ne trae giovamento. Ho udito lo sciabordio delle onde, l’odore salmastro mescolato all’aroma intenso dei fiori, sono rimasta abbagliata dallo splendore del mare e dalla luminosità del cielo, ho assaporato la presenza costante del vento, immaginando che mi scompigliasse i capelli. E, insieme alla protagonista, ho atteso trepidante i pochi istanti delle giornate di quell’unico mese durante l’anno, per poter rinascere e purificare il mio animo dalle amarezze della vita su quella spiaggia, incurante del disordine dei capelli o dell’arrossamento del viso. Una protagonista decisamente a me congeniale: semplice e diretta, intelligente e salace, ma mai tanto da superare il decoro, incurante delle convenzioni, ma mai incline a farsi deridere per aver oltrepassato il limite. Insomma forte, ma non incosciente. E l’ho vista crescere e maturare attraverso un percorso interiore molto ponderato, abbandonare gli sterili e romantici sogni di ragazzina, per abbracciare il vero amore, maturo e travolgente, passionale, che fa perdere la testa, soffrire, ma che porta in paradiso, un dono che solo poche persone al mondo e una sola volta nella vita, possono affermare di aver vissuto. Forte di questo sentimento e consapevole della sua importanza, decide di lasciarsi guidare dalla luce in fondo al tunnel delle convezioni, per sciogliere le catene di una società gretta e rigida e raggiungere il proprio scopo, godere della propria felicità, pur sfidando la persone della propria classe e mettendo a repentaglio la loro benevolenza.
E poi, come dimenticare Pietro, il “pirata di Pantelleria”, l’uomo che ha un fascino dato dalla bellezza bruna e misteriosa, ma anche dall’aura di pericolosità che lo circonda. Un eroe che non perde il suo carisma anche scoprendo le proprie carte, e dimostrando che può essere amato non per cosa si pensa di lui, ma per ciò che è: un uomo che è uscito rinforzato dalle violenze e dall’amarezza dell’infanzia, non incattivito e che, attraverso il proprio ingegno, pur con le proprie insicurezze ben radicate, è riuscito a costruirsi una vita dignitosa, accettabile sotto molti punti di vista, piena di amici sinceri e costellata di tante piccole vittorie. Mi sono letteralmente sciolta quando lui, rifulgente di orgoglio, stringe a sé Diletta sulla sua barca e, traboccante di felicità, sussurra che lei è “la sua donna”..
Inoltre, ci tengo a sottolineare come Diletta, la ragazza meno appariscente, bella, ma mai volgare, non incline a civettare (o come si direbbe ora a flirtare) per attirare l’attenzione, non propensa a scollature o ammiccamenti , a conti fatti, sia la più corteggiata. Tra Diletta e Carlotta (l’appariscente cugina nemica-amica della protagonista) , la vincitrice è, su tutti i fronti, Diletta, e persino la cugina se ne renderà conto, trasformando la sterile invidia in ammirazione e in un ideale a cui tendere, aprendosi uno spiraglio per raggiungere la felicità.
L’incontro tra due anime, la fusione sincera di due meravigliose personalità che si rinforzano e si nutrono l’una dell’altra.
Spettacolare e romanticissimo il finale, di cui non rivelerò nulla: una volta cominciato il libro, non vedrete l’ora di arrivare a leggerlo.
Noco
Accidenti! Dopo una recensione così, non posso che correre in edicola per cercare disperatamente di assicurarmi una copia di questo libro. E il mucchio delle cose da leggere aumenta, ormai ha raggiunto le dimensioni della Torre di Pisa....
RispondiEliminaCiao
Lucilla
Bravissima Noco!
RispondiEliminaSono molto curiosa di leggere questo romanzo e poi, con una recensione così....mmmhhhhh, bravissima!
Morena
Qualche post fà mi lamentavo della scarsità di libri "adrenalinici": quelli che ti fanno passare la stanchezza e non li molli fino a notte inoltrata. "L'ombra del passato" è uno di questi e la signora Albanese sa come tenerti incollata alle pagine fino alla fine.
RispondiEliminaSusanna
Dimenticavo, Noco, i complimenti per la tua bellissima recensione che ha reso perfettamente l'atmosfera del romanzo e volevo aggiungere per le fans di "Cuore selvaggio" che questo libro mi ha riportato echi di questa splendida ed indimenticabile telenovela: il pirata ed il più rispettabile pretendente contesi entrambi tra le due cugine - nella telenovela, però sorelle - ...
RispondiEliminaDi nuovo, Susanna
Ho amato questo romanzo, e mi congratulo per la bella recensione!
RispondiEliminaHa ragione Susanna nel dire che chi ricorda Cuore Selvaggio potrà avvertire atmosfere di anloga passionalità; quello che più mi ha colpito, però, è la maestria di Ornella Albanese nel dosare tenerezza, fuoco, conflitto, romanticismo...senza dimenticare una sorta di melodia di fondo, basata sulla necessità di lasciarsi alle spalle traumi e dolorose convinzioni per crescere e amare davvero.
Ricorda "Cuore selvaggio"?
RispondiEliminaArf! Slurp!
Lucilla
Scusate, mi sono lasciata prendere la mano dai bei ricordi; brava Noco, una recensione fantastica. La sig.ra Albabese scrive benissimo e poi se può contare su una divulgatrice come te....
RispondiEliminaCiao
Lucilla
Cara Noco, sono perfettamente d'accordo con te.
RispondiEliminaHo letto questo libro e mi è piaciuto molto e, si sa, io non sono lettrice di Rose Nostre, ho iniziato adesso per, diciamo così, "studio".
Però, io in questo libro ho trovato una grossa, grossissima pecca... troppo corto! Avrei voluto leggere di più su Pietro.
Che ce posso fa' se mi piacciono i maschi??!!
Brava signora Albanese e brava Noco.
Lucia
grazie a tutte. Ma non è merito mio, il libro è bello e ispira proprio.
RispondiEliminaLucia... hai ragione, quando gli eroi sono come Pietro, non c'è n'è mai abbastanza!!!
Grazie Noco per la bellissima recensione, ormai le leggo d'un fiato proprio come tu dici di leggere i miei romanzi!
RispondiEliminaE grazie a tutte dei commenti. Se quello che scrivo piace anche a chi, di regola, non legge Rose Nostre... vi assicuro che la gratificazione è doppia!
Un abbraccio,
Ornella Albanese