Nei "tempi antichi", prima di arrivare al giorno del fatidico "si", era usanza frequentarsi per un periodo detto fidanzamento.
Per chi non lo sapesse, questo periodo era regolato da una rigida etichetta che impediva ai giovani innammorati anche di potersi frequentare da soli.
Ma la tradizione piu` "barbara" legata al fidanzamento era quella che si legge in un libro sul galateo del matrimonio dell'epoca vittoriana:
Eh si, il povero malcapitato, prima di prendersi delle confidenze con la sua futura innammorata, doveva sottoporsi allo scrutinio del capofamiglia. C'era anche la possibilita' che il padre della ragazza rifiutasse il fidanzamento, ed allora cosa doveva fare il giovanotto? Sempre dal libro del galateo dell' epoca vittoriana scopriamo che:
Ma esiste ancora questa "usanza" dell'uomo di chiedere il permesso per corteggiare e fidanzarsi? (Attenzione, non ci riferiamo a portare il fidanzato "a casa" dopo mesi di convivenza!)
Non lo sapete, care le nostre giovani innocenti donne di questa societa' senza piu` regole ne` creanza?
Nessun problema, vi facciamo fare i compiti a casa:
- Tema-
" Chiedi a tuoi genitori o ai tuoi nonni, come era regolato il fidanzamento ai loro tempi e come si festeggiava l'annuncio ufficiale. Nel tuo paese natale quale tradizione si seguiva per festeggiare questo evento?"
Svolgo...
Per chi non lo sapesse, questo periodo era regolato da una rigida etichetta che impediva ai giovani innammorati anche di potersi frequentare da soli.
Ma la tradizione piu` "barbara" legata al fidanzamento era quella che si legge in un libro sul galateo del matrimonio dell'epoca vittoriana:
"Era tradizione per il giovane fidanzato presentarsi al padre della sposa per chiederne la mano.
Solo dopo il consenso del genitore, durante una cena veniva annunciato davanti ai parenti e agli amici intimi della coppia, il fidanzamento."
Eh si, il povero malcapitato, prima di prendersi delle confidenze con la sua futura innammorata, doveva sottoporsi allo scrutinio del capofamiglia. C'era anche la possibilita' che il padre della ragazza rifiutasse il fidanzamento, ed allora cosa doveva fare il giovanotto? Sempre dal libro del galateo dell' epoca vittoriana scopriamo che:
" Se il consenso veniva rifiutato, la pazienza e la buona condotta avrebbe vinto sul piu' ostinato dei parenti."
Ma esiste ancora questa "usanza" dell'uomo di chiedere il permesso per corteggiare e fidanzarsi? (Attenzione, non ci riferiamo a portare il fidanzato "a casa" dopo mesi di convivenza!)
Non lo sapete, care le nostre giovani innocenti donne di questa societa' senza piu` regole ne` creanza?
Nessun problema, vi facciamo fare i compiti a casa:
" Chiedi a tuoi genitori o ai tuoi nonni, come era regolato il fidanzamento ai loro tempi e come si festeggiava l'annuncio ufficiale. Nel tuo paese natale quale tradizione si seguiva per festeggiare questo evento?"
Svolgo...
Dunuqe i miei nonni materni, gli unici che ho conosciuto, non hanno festeggiato nulla. I genitori di mio nonno non vedevano di buon occhio la nonna, essendo una ragazza di città ( con calze di nylon e rossetto rosso ) il che, nel 1932 equivaleva a donnaccia (almeno per loro), e mio nonno un paesanotto borghese. Mio nonno era gia economicamente indipendente ed è andato via di casa e ci è tornato solo dopo la formale accetazione ; ) I miei genitori, una noia mortale, conosciuti sul posto di lavoro, fidanzamento con rispettive famiglie, anello di brillanti, champagne e pasticcini...
RispondiEliminaTradizioni specifiche non ne conosco.
Un bacio a tutte
Lilli
Non conosco i racconti dei nonni, mia mamma diceva che erano stati tutti fidanzamenti "normali". Con la dichiarazione e la richiesta della mano della fanciulla dopo averla però conosciuta.
RispondiEliminaMa nessuna obiezione degna di nota.
Invece la zia di mia mamma e il marito avevano una storia diversa, fatta di corteggiamento all'antica e di tenacia. Lo zio di mamma era un amico del fratello della donna che tanto ammirava da lontano e che a volte, solo per sentirne la voce, urtava all'uscita della chiesa.
Iniziò a frequentare un po' la casa dei nonni di mamma tramite l'amico, iniziarono così le occasioni di farsi conoscere dalla ragazza e dal resto della famiglia.
Conquistò la zia di mamma in poco tempo, con simpatia e buoni propositi. Era un uomo di grandi valori. Ma un altro fratello, che non lo reputava all'altezza della sorella, arrivò a minacciarlo e a non volerlo più ammettere in casa.
Con tenacia e gentilezza, senza mai arrendersi lui riuscì a strappare il consenso ai suoceri.
Mamma ha sempre detto che era lo zio preferito e debbo dire che i figli sono uguali... per me sono zii anche loro.
Mi ricordo anche vagamente qualche immagine di lui in poltrona che rideva... una risata contagiosa. Anche i rimproveri mi hanno sempre detto che faceva col sorriso. Un vero gentiluomo.
il fidanzamento dei miei è stato quasi normale ma veloce,nel senso che mio padre dopo aver conosciuto mia madre neanche il tempo di approfondire che già era su a casa a parlare con mio nonno, tra lo sguardo sbalordito di mia madre 17enne che dopo un anno è stata costretta a sposarsi, visto che (usanza dell'epoca) i figli si sposavano in base in base alla venuta al mondo!
RispondiEliminasui miei nonni paterni invece ho scoperto, tra sussurri e mezze parole, che mio nonno per convincerla a sposarlo se la portò via..di questa cosa poco si sa, mia nonna ha vissuto fino ad 90 anni ma quando tentavamo di estorcerle qualche parola cambiava argomento; non so se si vergognava o altro visto che la vita con mio nonno non è stata poi felice, lui era un uomo molto severo..
uno scandalo dell'epoca però nella famiglia di mia madre c'è stato: una sua zia era fidanzata ufficilmente con uno ma poi si innamorò di un altro che poi la convinse a fuggire assieme trasferendosi a milano. mia nonna racconta sempre che sua mamma dalla vergogna non usciva più di casa, di quella figlia non volevano sentirne parlare nessuno più e solo dopo molti anni si decisero a farla rientrare a casa anche per conoscere i figli che aveva avuto..
e poi ce ne sarebbero altre ma mi fermo qua.insomma, si capisce quanto mi piace farmi raccontare le storie della famiglia? è come leggere una storia scritta in un romanzo..
Beh!
RispondiEliminahai ragione Diana, a volte queste storie sono dei bei romanzi d'amore...
I miei genitori non hanno dovuto superare prove incredibili da parte materna...ma più da parte paterna visto che mio padre era più giovane di 4 anni di mia mamma e inoltre lavorava nell'attività della famiglia di mia madre:la famiglia di mio papà non vedeva la cosa di buon occhio!
I miei nonni (parlo sempre di quelli materni) si sono conosciuti e si sono sposati: peccato che mia nonna era già fidanzata con un poraccio che era partita a militare...e quando è tornato e la cercava ha trovato "la sorpresa"...
posso dire però che in questo caso ne è valsa la pena perchè l'amore tra i miei nonni è stato più bello e romantico di quello dei romanzi.
Si sono sempre amati e mai pentiti della scelta fatta!
I miei genitori hanno avuto un fidanzamento normalissimo, invece è stata mio nonno che ha dovuto faticare per conquistare mia nonna. Questa infatti era innamoratissima di un uomo non benvoluto dalla famiglia. Ma mio nonno non si è fatto scoraggiare dai "no" della nonna ma l'ha conquistata poco per volte grazie a piccole gentilezze e gesti di affetto sincero. Sono stati insieme quasi 50 anni. Niki.
RispondiEliminaDurante una parata militare, mio nonno vide una bellissima ragazza in prima fila con una bandierina in mano; saltò giù dal carro e volle conoscerla.
RispondiEliminaDue giorni dopo, si presentò alla porta dei miei bis-nonni con un cesto carico di patate e chiese il permesso di venirla a trovare ogni giorno.
Visto che la povertà regnava sovrana, mio nonno andava in giro per i vari orti a "rubare" prodotti agricoli per donarli ai genitori di lei.
Quando decisero di sposarsi mio nonno chiese la mano portando due barrette di cioccolato (rubate dalla cambusa della caserma).
Un mese dopo si sposarono.....non avendo i soldi per la fede nuziale chiesero in prestito quella dei testimoni......la loro unione durò 67 anni!
Dio, quanto li ho adorati!!!!!!!!
Morena
Dei miei nonni paterni non sò molto perchè sono morti prima che io nascessi...per quanto riguarda i miei nonni materni so che si incontrarono quando mia nonna frequentava un collegio in città per studiare e mio nonno faceva l'autista della sita, a quanto mia nonna mi ha detto non dovettero chiedere il consenso a suo padre per il matrimonio. Si sposarono quando era incinta di mia zia anche se un pò ostacolati dalla madre di lui che ne era gelosa essendo lui il suo unico figlio e non avendo più il marito...
RispondiEliminaSui miei nonni paterni anch'io ho una bella storia, che mia nonna mi raccontava sempre.
RispondiEliminaSi sono conosciuti in tempo di guerra, mia nonno - all'epoca caporal maggiore - era accampato con la truppa proprio nei giardini davanti a casa di mia nonna e lei dalla finestra li guardava... Lui la salutò, lei rispose e alla fine si conobbero.
Però all'epoca non si poteva fare le conoscenza così facilmente e mia nonna per paura di essere riconosciuta dal vicinato, disse a mio nonno di chiamarsi Maria anzichè dire il suo vero nome.
Bhe mio nonno innamorato da subito, scrisse ai suoi di aver incontrato una ragazza da sposare, questa Maria, ruppe il fidanzamento con quella che aveva lasciato nel paese natale e dopo tante uscite in segreto, mia nonna si decise a dirgli che non si chiamava Maria... E mio nonno le disse: ormai mi sono abituato, io ti chiamo così.
Ed è rimasta Marì, alla napoletana, per tutta la vita... E la cosa buffa, che tutti i parenti di mio nonno l'hanno sempre chiamata Maria... L'arcano non fu mai svelato!
Ma la fuga di mio nonno per vedere mio padre appena nato, con annesso degradazione, invio in prima linea, e deportazione in Alabama... è un'altra storia.
Lety
Adoro queste storie!
RispondiEliminaNella mia famiglia vigeva la severità più assoluta. Mio padre ci raccontava sempre quando mio zio si presentò davanti mio nonno per chiedere la mano di mia zia, figlia unica. Lui andò a casa e comunicò la cosa al resto della famiglia dicendo che si era preso una settimana di tempo per pensarci. Siccome questa mia zia non era una grande bellezza, mio padre saltò dalla sedia e rimbrottò suo padre: "Gli avete chiesto una settimana per pensarci? E se quello se ne pente?". Se mio padre non fu disconosciuto come figlio e fratello... poco ci mancò.
Marcris.