Ecco a voi un'altra sorpresa riservataci da Sylvia Summers : un piccolo estratto del Profumo dell' Anima!
E non finisce qui! Continuate a seguirci in questa settimana "speciale", le sorprese non sono finite!
Stay Tuned!
Gli sembrò strano entrare al Garrett di notte, anche se lo fece dal cancello sul retro. Dora era davvero una donna particolare. Una donna con la maschera, come gli aveva detto Thackeray. Ma era sicuro che le usasse solo per difendersi e non per imbrogliare, come invece aveva visto fare a Madame Zinaida.
Si era tirata sulla testa il cappuccio del mantello e ora era un'ombra nera che gli ondeggiava davanti. Ne percepiva il calore, come se quello fosse un flusso che le usciva dal corpo di forza, come un richiamo. E soprattutto ne sentiva il profumo. Non riusciva a definirlo, non ne aveva le competenze, ma era dolce e secco allo stesso tempo. Sottile, deciso, fresco ed esotico. Non si accorse di allungare il passo per starle più vicino.
Lei si fermò alla porticina del laboratorio e armeggiò con la serratura. «Faccio in un attimo» sussurrò voltandosi, tanto da lasciar intravedere uno spicchio del suo volto, chiaro come la luna, etereo e bellissimo incorniciato dal cappuccio nero.
Freddy era lì, a mezzo passo da lei. Il cuore gli martellava nelle orecchie e gli sembrava di percepire il proprio sangue che fluiva nelle vene come un fiume selvaggio in piena.
Lei capì. Lo fissò socchiudendo un poco gli occhi. Dal suo volto non trasparì alcuna emozione, ma sporse l'altra mano da sotto il mantello, il palmo bianco come la neve.
Freddy intrecciò ancora le dita con quelle di lei, e di nuovo quel contatto fu quasi doloroso per il resto del suo corpo.
Dora spinse la porta e lo lasciò entrare, senza dire una parola. Il laboratorio era avvolto dalle tenebre, rischiarato a tratti dalle finestre senza scuri che lasciavano entrare i raggi di luna e il bagliore delle stelle. Lì c'era la sua vita. Tutto ciò che era diventata, quello per cui aveva lottato. Nel suo laboratorio, Dora si sentiva a casa, al sicuro. L’essenze l'avvolgevano in un caldo abbraccio, ed era come se la spingessero verso quel ragazzo.
Zagara, gelsomino, rosa... Cannella, noce moscata, patchouli... Si accordavano in una sinfonia perfetta ora che Freddy era davanti a lei, ora che la guardava coi suoi occhi azzurri come il cielo d'estate. E’ fidanzato...
Che importanza aveva con tutto quello che erano? Con tutto ciò che comunque li avrebbe divisi per il resto della loro vita?
Dora fece un passo verso di lui, lasciò scivolare indietro il cappuccio e sollevò le mani alla gala che glielo teneva chiuso sotto la gola. Le mani di Freddy sfiorarono le sue e, sicure, sciolsero il nodo, lasciandole scivolare la stoffa dalle spalle.
Ecco. La stava toccando. Le sue dita finalmente le sfioravano la gola, la fossetta del giugulo, il principio dei seni. Era una festa per i sensi: sentiva il battito ritmato del suo cuore, il suo profumo inebriante, la morbidezza vellutata della sua pelle e la vedeva socchiudere gli occhi e gettare indietro la testa, facendo scintillare i capelli color miele. «Dora...»
Desiderava quel ragazzo con tutta se stessa.
La durezza della sua vita, gli affanni, tutto l'orrore che aveva dovuto sopportare... Tutto il dolore che aveva sempre tenuto dentro, nascosto per anni, schiacciato nei recessi della sua anima, ora sembrava essersi radunato in un grumo caldo al centro del suo ventre, e Freddy Grenville, con la sua presenza, con le sue carezze, lo scioglieva rendendolo innocuo, relegandolo finalmente al passato.
La mano di Freddy era risalita verso il suo viso, e lei vi si premette contro, imprimendogli un bacio sul palmo. «Freddy...»
Non esisteva nient'altro a parte Dora, lì, finalmente tra le sue braccia. Tutto quello di cui era stato certo fino a quel momento, tutto quello a cui aveva dato importanza nella sua vita, adesso gli sembrava banale, sciocco. Cosa c'era di più importante di lei? Ogni suo muscolo era teso per lei, ogni singola fibra del suo corpo anelava quel contatto e sarebbe morto di certo se lei...
Dora avvicinò le labbra alle sue. Lentamente. E continuò a guardarlo negli occhi finché le loro bocche non presero ad accarezzarsi, le loro lingue a cercarsi, confondendosi l'una nell'altra. Allora non ci fu più spazio per la ragione. Non aveva senso continuare a ponderare quello che sarebbe o meno stato giusto.
Bello, bello, bello!!!!! Non vedo l'ora di poter leggere l'intero romanzo!!!
RispondiEliminaComplimenti, Sylvia!
Complimenti davvero! Un assaggio fin troppo stuzzicante considerato quanto c'è ancora da aspettare!
RispondiEliminacaspiterina ... era meglio non leggerlo l'estratto... adesso soffriremo un pò di più nell'attesa!
RispondiEliminabElLiSsImO :-D
complimenti
Ho visto il bookstage e letto l'estratto. Mi sono piaciuti moltissimo!attendo con ansia il 7 luglio! Complimenti e in bocca al lupo!
RispondiEliminaMaria Rosaria