Direttamente dalla scrivania di Stefania Auci.
Ebbene sì. È successo.
Ragazze, segnate la data poiché questa mia recensione è una "Bocca di Rosa"… e non è facile che io ne scriva una, atteso che molte autrici mi lasciano con l’amaro in bocca. Ma dinanzi a un libro come quello della Kleypas, non può che scattare una standing ovation.
Quali sono le ragioni di un tal entusiasmo da parte mia?
In primo luogo, il plot.
Sebbene non sia nuova l’idea delle ereditiere americane, è assolutamente innovativo il modo con cui la Kleypas descrive le due sorelle Bowman. Lillian in particolare è una ragazza sboccata, con atteggiamenti ai limiti della volgarità secondo gli standard british, che è gelosa della sua “americanità”. Tuttavia, a ben guardare, Lillian è una ragazza che è prigioniera delle convenzioni sociali, sia europee sia americane, e cerca la sua strada nel mondo, lontana de quella convenzionalità che in epoca vittoriana voleva le donne sottomesse e timide.
Basti pensare a come Mrs Bowman cerchi di piazzare le figlie presso alcuni aristocratici inglesi, particolarmente bisognosi di risorse economiche che la ricca famiglia newyorkese può offrire. La madre delle due ragazze americane ha la stessa grazia di un bulldozer e il cipiglio della signora Bennet, e ugualmente imbarazzante. I momenti in cui questa donna compare sono assai godibili e sembra quasi di poter sentire la voce esasperata e cantilenante di questa madre che cerca l’affermazione personale attraverso quelle figlie ribelli e recalcitranti.
Il grande merito dell’Autrice è stato quello di rendere la protagonista credibile, senza forzare la mano, facendo di lei una donna moderna ma non irreale. Ho trovato particolarmente bello l’inizio del romanzo, con la scena nella profumeria che mi ha un po’ riportato alle atmosfere di un altro libro, “Profumo”di Suskjnd. Altra storia e altro livello, questo è vero, ma l’autrice ha dimostrato di sapere gestire gli ingredienti con classe. Lillian è una donna forte, una di quelle figure che non si dimentica facilmente.
E lo stesso può dirsi di Marcus: un uomo che ha su di sé la responsabilità di una famiglia avita, ma, nello stesso tempo, è un imprenditore, che non esita a confrontarsi con le sfide che la sua epoca gli propone.
Con la libertà che gli è concessa dall’essere un uomo, e per di più un nobile, si permette di spezzare frequentare commercianti di bassa estrazione sociale, come Simon Hunt, protagonista di “Segreti di una notte d’estate”, primo libro della serie delle Audaci zitelle. Intrattiene rapporti con i ricchi americani che portano nella vecchia madrepatria capitali e idee, oltre che una nuova aria.
Se devo trovare un difetto, è forse quest’orgoglio americano e un po’ troppo nazionalista che trapela dalle pagine del libro e che mi fa pensare che la Kleypas gongoli nel descrivere la società inglese come un ammasso di regole barbose contrapponendola all’evoluta società americana (anch’essa classista, incidenter tantum).
Ma è solo un difetto sottile, ben bilanciato dagli altri pregi. Uno fra tutti? L’accurata descrizione dello schema rigoroso con cui si svolgevano i pranzi di gala nelle tenute nobiliari inglesi. La signora Kleypas ha studiato bene la lesione e questi dati fluiscono nella vicenda senza soluzione di continuità e, soprattutto, senza appesantire la narrazione, o renderla pedante.
Ho trovato un po’ ripetitivo, invece, lo schema generale della storia, almeno rispetto alla vicenda precedente della serie. Mi spiego: in entrambi i casi vi è questa struttura: incontro dei due protagonisti; bacio, periodo di scaramucce amorose e di progressiva crescita dell’attrazione, sesso, contrasto, decisione di accettare i reciproci sentimenti, momento di pericolo, risoluzione e lieto fine.
Questo è uno schema abbastanza ricorrente nel romance, e non me ne stupisco. Tuttavia, avrei preferito che la Kleypas, da autrice di alto livello e di notevole talento qual è, avesse personalizzato un po’ la struttura, magari posponendo una delle fasi. Ho notato quest’aspetto perché la suddivisione delle parti è quasi standardizzata, anche nell’ammontare delle pagine dedicate alle singole porzioni della storia.
Ultimo punto: il sesso. Descritto bene, senza sbavature o nomi strani, senza frutta, verdura e altri aggeggi. È una bella scena di seduzione – anche se Lillian è ubriaca e va alla ricerca della pera nella bottiglia… sic! – che riesce a essere sensuale senza scendere nel volgare.
Che dire? Che mi è piaciuto? Sì. Proprio tanto: è vibrante, intenso e soprattutto, scritto bene. Inoltre, la copertina era carina (finalmente!) e l’idea di collegare queste quattro figure di ragazze alle stagioni è davvero originale.
E ora, attendo con ansia la storia di Sebastian St. Vincent ed Evie… e l’inverno.
Ho un debole per gli angeli belli e dannati e per le ragazze disperate, io…
Stefania Auci
Ebbene sì. È successo.
Ragazze, segnate la data poiché questa mia recensione è una "Bocca di Rosa"… e non è facile che io ne scriva una, atteso che molte autrici mi lasciano con l’amaro in bocca. Ma dinanzi a un libro come quello della Kleypas, non può che scattare una standing ovation.
Quali sono le ragioni di un tal entusiasmo da parte mia?
In primo luogo, il plot.
Sebbene non sia nuova l’idea delle ereditiere americane, è assolutamente innovativo il modo con cui la Kleypas descrive le due sorelle Bowman. Lillian in particolare è una ragazza sboccata, con atteggiamenti ai limiti della volgarità secondo gli standard british, che è gelosa della sua “americanità”. Tuttavia, a ben guardare, Lillian è una ragazza che è prigioniera delle convenzioni sociali, sia europee sia americane, e cerca la sua strada nel mondo, lontana de quella convenzionalità che in epoca vittoriana voleva le donne sottomesse e timide.
Basti pensare a come Mrs Bowman cerchi di piazzare le figlie presso alcuni aristocratici inglesi, particolarmente bisognosi di risorse economiche che la ricca famiglia newyorkese può offrire. La madre delle due ragazze americane ha la stessa grazia di un bulldozer e il cipiglio della signora Bennet, e ugualmente imbarazzante. I momenti in cui questa donna compare sono assai godibili e sembra quasi di poter sentire la voce esasperata e cantilenante di questa madre che cerca l’affermazione personale attraverso quelle figlie ribelli e recalcitranti.
Il grande merito dell’Autrice è stato quello di rendere la protagonista credibile, senza forzare la mano, facendo di lei una donna moderna ma non irreale. Ho trovato particolarmente bello l’inizio del romanzo, con la scena nella profumeria che mi ha un po’ riportato alle atmosfere di un altro libro, “Profumo”di Suskjnd. Altra storia e altro livello, questo è vero, ma l’autrice ha dimostrato di sapere gestire gli ingredienti con classe. Lillian è una donna forte, una di quelle figure che non si dimentica facilmente.
E lo stesso può dirsi di Marcus: un uomo che ha su di sé la responsabilità di una famiglia avita, ma, nello stesso tempo, è un imprenditore, che non esita a confrontarsi con le sfide che la sua epoca gli propone.
Con la libertà che gli è concessa dall’essere un uomo, e per di più un nobile, si permette di spezzare frequentare commercianti di bassa estrazione sociale, come Simon Hunt, protagonista di “Segreti di una notte d’estate”, primo libro della serie delle Audaci zitelle. Intrattiene rapporti con i ricchi americani che portano nella vecchia madrepatria capitali e idee, oltre che una nuova aria.
Se devo trovare un difetto, è forse quest’orgoglio americano e un po’ troppo nazionalista che trapela dalle pagine del libro e che mi fa pensare che la Kleypas gongoli nel descrivere la società inglese come un ammasso di regole barbose contrapponendola all’evoluta società americana (anch’essa classista, incidenter tantum).
Ma è solo un difetto sottile, ben bilanciato dagli altri pregi. Uno fra tutti? L’accurata descrizione dello schema rigoroso con cui si svolgevano i pranzi di gala nelle tenute nobiliari inglesi. La signora Kleypas ha studiato bene la lesione e questi dati fluiscono nella vicenda senza soluzione di continuità e, soprattutto, senza appesantire la narrazione, o renderla pedante.
Ho trovato un po’ ripetitivo, invece, lo schema generale della storia, almeno rispetto alla vicenda precedente della serie. Mi spiego: in entrambi i casi vi è questa struttura: incontro dei due protagonisti; bacio, periodo di scaramucce amorose e di progressiva crescita dell’attrazione, sesso, contrasto, decisione di accettare i reciproci sentimenti, momento di pericolo, risoluzione e lieto fine.
Questo è uno schema abbastanza ricorrente nel romance, e non me ne stupisco. Tuttavia, avrei preferito che la Kleypas, da autrice di alto livello e di notevole talento qual è, avesse personalizzato un po’ la struttura, magari posponendo una delle fasi. Ho notato quest’aspetto perché la suddivisione delle parti è quasi standardizzata, anche nell’ammontare delle pagine dedicate alle singole porzioni della storia.
Ultimo punto: il sesso. Descritto bene, senza sbavature o nomi strani, senza frutta, verdura e altri aggeggi. È una bella scena di seduzione – anche se Lillian è ubriaca e va alla ricerca della pera nella bottiglia… sic! – che riesce a essere sensuale senza scendere nel volgare.
Che dire? Che mi è piaciuto? Sì. Proprio tanto: è vibrante, intenso e soprattutto, scritto bene. Inoltre, la copertina era carina (finalmente!) e l’idea di collegare queste quattro figure di ragazze alle stagioni è davvero originale.
E ora, attendo con ansia la storia di Sebastian St. Vincent ed Evie… e l’inverno.
Ho un debole per gli angeli belli e dannati e per le ragazze disperate, io…
Stefania Auci
accurata recensione e linguaggio decisamente forbito... si vede che sei una scrittrice... aihmè, non ariverò mai a tali livelli di espressione!!!!!
RispondiEliminaBrava!
Stefania non posso fare altro che condividere al 100% la tua opinione su questo bellissimo libro che ho letto in un pomeriggio.Resto anch'io in trepida attesa della storia di Evie e Sebastian per vedere come la bravissima Kleypas riuscirà a avvicinare due personaggi così diversi..speriamo di non attendere troppo per poterlo leggere!
RispondiEliminaUn saluto,Daisy
Mi conosoli Noco,anche io con tanto di dizionario per capire che accidentaccio ha scritto la nostra Stefania...ma a proposito che vuol dire "incidenter tantum".
RispondiEliminaAbbiate pieta' ho finito il liceo 20 anni fa`!
Non ci posso credere...la Stefy che ha apprezzato un romanzo senza vampiri...senza omicidi seriali! Un miracolo...=^__^=
RispondiEliminaAllora...Devil in the winter...è stato acclamato dalla critica...però non vi aspettate che St. Vincent sia tale e uguale a com'era in questo romanzo...;o))))
Marcus lo aspettavo da tempo...da quando apparve la prima volta in Amore ad ogni costo...mi ha intrigato da allora...e per quanto non riesca ad eguagliare Derek Craven e Ross Cannon...è un personaggio maschile...molto ben riuscito! =^__^=
Lillian...è Lillian...in lei per la prima volta ho visto...me stessa! ;o)))
Lady Akasha
Concordo con la bella recensione di Stefania. Mi titrovo in ogni singola parola. Hai perfettamente ragione che lo schema è piuttosto standardizzato, ma a questo punto mi chiedo... non è che mi aspetti proprio quello dalla Kleypas visto che i suoi romanzi riescono ad appassionarmi tutti?! @_@
RispondiEliminaIo ho trovato sbrigativa la fase del rapimento... diciamo che eravamo quasi sul più bello e si è risolto senza che neanche me ne accorgessi, m aappiamo tutte che il numero di pagine è quello e quindi, come da copione, si è arrivati facilmente al finale.
Sto apprezzando molto questa saga sulle zitelle e le stagioni. Come Stefania pregusto già il binomio timida e dannato... vediamo che cosa ci regaleranno Evie e St. Vincent!;)
PS: non ho mai riso tanto come con la scena della pera... peccato che lei fosse sbronza davvero la prima volta, unica pecca a mio avviso, però mi son davvero divertita.. Marcus e Lilian sapevo che sarebbero stati una coppia spumeggiante!:)
Ragazze grazie per i vostri complimenti! mi fate arrossire...
RispondiElimina@June: incidenter tatum... liberamente puoi mettere un "per inciso". Grazie di avermi concesso questo spazio e la tia attenzione :-****
@Noco: Cara, che c'entra che sono una scrittrice? ;-) sono prima di tutto una lettrice severissima...e June lo sa!
@Giusy: i miei romanzi preferiti son tutti senza vampirozzi. UN paio? La fiera delle vanità di Thackeray e Il Fantasma dell'Opera di G. Leroux. E' ovvio che il diavolo in inverno non sarà così brutto come lo si dipinge... ma spero che rimanga un po' bastardo!
(ora che hai letto qcosa di mio, sai che ti po di maschi alpha prediligo ;-))) )
@Daisy... grazie! sei gentilissima. Credo che quando un romance sia scritto bene, lo si debba dire a voce alta.
ops... silvia, ci siamo incrociate! la scena della pera è favolosa... anche perchè mi ha ricordato certi miei momenti di ubriachezza ( e tu e June che avete conosciuto mio marito, immaginate come l'ha presa...)
RispondiElimina:-DDDDDDD
@stefania: c'entra c'entra... sei riuscita a scrivere una recensione che è un piacere da leggere quanto il libro!!!
RispondiEliminaStefania NON CI POSSO CREDERE!
RispondiEliminaCi troviamo "quasi" su ogni cosa...
Complimenti per la balle recensione...
P.S. X Ross tu non sai che vuol dire incidenter tantum e io dovevo sapere per forza quell'altra parola...
prrrr!!!!
Bravissima Stefania, bellissima recensione che quoto al 100% come le altre.
RispondiEliminaQuesto 2° libro sulle zitelle mi è piaciuto tantissimo e come Lady Akasha anch'io mi rivedo in Lilian e che dire che Marcus sarebbe proprio il mio ideale di uomo. L'unica differenza è che io sono astemia e mi basterebbe molto meno per ubriacarmi!!:))))
Silvya76
nooo noooo!! lo sapevo che con questo libro mi sarei persa molto... non ci crederete ma nella mia città NON L'HO ANCORA TROVATO e sono disperata !!! (e non vivo in Alaska). la bella recensione di Stefania mi ha fatto venir ancora più voglia di leggerlo,speriamo bene...
RispondiEliminanooo noooo!! lo sapevo che con questo libro mi sarei persa molto... non ci crederete ma nella mia città NON L'HO ANCORA TROVATO e sono disperata !!! (e non vivo in Alaska). la bella recensione di Stefania mi ha fatto venir ancora più voglia di leggerlo,speriamo bene...
RispondiEliminaAbbiamo un debole comune, allora, cara Stefania! :-)
RispondiEliminaOttima recensione!
Stefy, coincido completamente contigo. Me encantan estas historias que ha escrito la Kleypas. In Spagna ha uscito in vendita questo mese di novembre "Una navidad inolvidable", 5ª e última storia delle wallflowers (il fratello di Lilian che arriba dalla America a casa di Marcus per Natale e... non poso dire di più)
RispondiEliminaMa al mio cuore, alla mia ánima sempre sempre sempre saranno i preferiti da tutte l'historie d'amore che ho leto alla mia vita.... Sebastian St. Vincent e Evie..... ¡¡¡bellísima e indimenticabile!!!
Bellissima recensione, complimenti!!! Anche a me è piaciuto molto questo romance, ma non vi nego che aspetto con intrepido interesse il prossimo. Non sò...mi sà che la storia fra Evie e Sebastian mi rapirà ancora di più !
RispondiEliminaForse è perchè Evie è l'unica delle 4 "Zitelle" che mi fà tenerezza ! Già dalle ultime pagine di "Accadde in autunno" io tifo per lei !!!
ciao
Gabriella
Bellissima recensione,complimenti!!e grazie per avermi fatto conoscere questo romanzo e la scrittrice.L'ho trovato stupendo e in grado di suscitare una svariata gamma d'emozioni nonchè capace di farti sentire coinvolta nelle vicende tanto quanto i protagonisti. Credo che ogni libro debba essere in grado di farlo,ora spero solo di trovare il primo della serie e sapete quando uscirà il prossimo?
RispondiEliminaciao!
Gabriella
Mi piace molto questa saga delle zitelle da tappezzeria della Kleypas. E che dire di questa recensione se non che è scritta splendidamente. Complimenti Stefania! Sei proprio brava. Non ho capito bene però la storia del pozzo che esaudisce i desideri.... boh... Comunque anch'io sto aspettando con ansia di leggere di Evie e del suo diavolo. Quest'inverno si preannuncia bollente.... almeno speriamo. Ciao. Erica
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