Direttamente dalla scrivania di Stefania Auci:
Oscuri segreti, castelli diroccati e notti senza luna hanno sempre esercitato un fascino particolare. Mentre leggiamo quelle pagine cariche di suspense ci sembra quasi di sentire il fruscio del vento gelido alle nostre spalle e o di udire una porta che sbatte, lontano.
Non c’è che dire: mistero e romance formano un connubio intrigante, capace di tenere incollato lettori, e soprattutto lettrici, dalla prima all’ultima pagina. Oggi più che mai, il fascino del paranormale è diventato immenso, tanto da generare fenomeni di costume. L’effetto Twilight è sotto gli occhi di tutti: cosa c’è di più interessante di un giovanotto pallido, belloccio e misterioso per attrarre l’attenzione di una ragazza solitaria e timida? E se è anche buono, nel senso che non accarezza con i suoi lustri dentini il collo di belle fanciulle ma solo la criniera cespugliosa dei suoi prediletti puma, non è anche meglio?
Ammetto che questa febbre da vampirismo ha colpito anche me, sia come lettrice che come scribacchina. In verità, potrei definirmi una portatrice sana del virus, poiché il mio primo scritto a tema vampirico risale ai miei gloriosi – e lontani – sedici anni. Trovo che siano creature affascinanti e l’idea di esseri che vivono attraverso il tempo mi ha sempre intrigato.
Il revival che c’è stato negli ultimi mesi mi ha portato a fare anche considerazioni, più o meno serie. Il genere “mostri & c.” (mostri affascinanti, vampiri, demoni, lupi mannari e quant’altri volete) era stato dichiarato morto e sepolto da una ampia schiera di commentatori, che avevano definito il genere obsoleto. Sono stati smentiti. Il mercato non mostra segni di saturazione e anzi, la letteratura di genere sta uscendo fuori dal suo ambito di nicchia per diventare lettura (e letteratura) diffusa, non solo tra ragazzi vestiti di nero che ascoltano i Sepultura o i Black Sabbath ma anche tra giovani donne che sfoggiano in metropolitana con nonchalance libri dalle copertine decorate da schizzi di sangue, lame, coltelli, zanne e affini.
Ma… perché ora?
Analizziamo il personaggio dark per eccellenza, quello che anima i sogni di molte, con cui ho più confidenza, visto che ne sto scrivendo.
Il vampiro.
Di solito scuro di capelli, sexy da paura, alto, forte, fascino magnetico e animale, amante instancabile e appassionato, inesorabilmente portato alla redenzione dall’eroina di turno, rappresenta l’archetipo del bello e maledetto, dal fascino perverso e decadente. Questa figura - che farebbe la felicità di ogni donna, diciamola tutta - è stata formulata con “Il vampiro” di Polidori, che in esso raffigurò alcune caratteristiche del suo amico/rivale Byron ma se dobbiamo trovare IL VAMPIRO, dobbiamo andare più avanti, fino a un vecchio irlandese sconclusionato che cercava a fatica il suo posto nel mondo teatrale vittoriano: Bram Stoker e al suo Dracula.
Certo, la letteratura moderna ha creato delle variazioni su tema che si allontanano – e parecchio – da questa figura. Il mostro è tornato a essere tale, come nel caso di “Io sono leggenda” o si muove in un universo parallelo, come accade nel caso di Laurell Hamilton. Nel suo “anitaverse” la creatura più normale è un lupo mannaro, la protagonista richiama indietro i morti e parla con le pantere, il suo amante immortale ha un’età variabile tra i tre e i quattrocento anni e tutti insieme appassionatamente frequentano un club in cui si serve sangue alla spina… più o meno.
Ammiro molto lo stile fresco e graffiante della Hamilton, e soprattutto la sua ironia. Lei, assieme ad Ann Rice, rappresentano sicuramente le autrici più conosciute dalle nostre mediterranee sponde in tema di zannuti & c. La Ward, anch’essa grande autrice sconta il problema del non esser stata ancora tradotta e adeguatamente pubblicizzata dalle nostre parti (per cui aspettiamo pazienti).
E Ann Rice… chi può dimenticare il povero, fragile miserrimo e anche un po’ palloso Luis? Diciamola tutta. Sei un vampiro, hai poteri immensi, sei bello da paura e che fai? Piangi. Eh, no… hai voluto la bicicletta? Pedala! Corrompi giovani fanciulle consenzienti e portale alla perdizione anziché macerarti nel dolore per la tua condizione che adesso è diventata un po’ pesante da sopportare o per lo meno, va’ in analisi…
Sicuramente, Lestat è assai più riuscito come personaggio. Laido, ipocrita, arrivista, cinico e senza scrupoli, meschino e vigliacco, è un personaggio perfetto. Per mio conto, ha un solo problema e suppongo che voi, mie care amiche, sappiate a cosa mi riferisco...
Perché il vampiro maschio è MASCHIO. Maschio nel senso di uomo che ti porta a letto e che non si limita a un paio di minuti, spegni la luce e buonanotte. E’ un uomo che irretisce e corteggia, che rapisce i sensi e il cuore, e soprattutto, non è depilato come Costantino o qualche altro tronista,. Non ti dedica una carezza distratta, è un maschio che ti pone al centro del suo mondo, che ti fa sentire speciale. E’un uomo che ascolta, anziché mugugnare. Il vampiro è una figura strettamente legata al sesso, è sempre ammantata di un’aura di fascino che toglie il respiro e relega nel dimenticatoio qualunque marito/ amante/ fidanzato esistente nel raggio di 30 chilometri. E’ il maschio Apha che più alpha non si può.
Nello specifico, il genere romance-paranormal ha fatto un passo avanti: dal duca affascinante, dal marchese donnaiolo impenitente, dal lord maledetto si è passati a un personaggio che raccoglie tutte queste caratteristiche, mescolate con occhi ipnotici (possibilmente neri), un sorriso letale e lucido che cela istinti mostruosi, mescolati a fascino e ricchezza, perché, è ovvio che i vampiri siano ricchi sfondati. Avete mai sentito di un vampiro povero in canna e fascinoso? Se ne avete notizia, fatemi sapere… Comunque a che ti servono i soldi se con un’occhiata e un po’ del tuo micidiale fascino puoi avere il mondo ai tuoi piedi? (oltre la donzella di turno, più o meno consapevole del rischio che corre).
E’ l’uomo nero che sognavamo da bambine, solo che adesso la paura ha lasciato il passo alla sensualità, alla passione, a ciò che spesso non siamo in grado di trovare nei nostri partners. Paura e sensualità mischiate fanno l’effetto di una bottiglia di champagne che non riesce a esplodere. E se e quando esplode, chiudiamo il libro chiedendoci perché la nostra vita sentimentale sia così desolante e piatta.
Non voglio insinuare che il nostri mariti/compagni/ fidanzati non siano sexy e affettuosi… ma siamo sincere: se siamo morte dietro Wulfric Bedwin o sbaviamo al pensiero di Jamie Frazer, qualcosa questo significherà… E se restiamo con la bocca aperta dietro ad Edward o Carlysle Cullen?
Io ho una mezza spiegazione: in quelle pagine la nostra psiche trova la possibilità di essere disinibite e libere come non riusciamo a essere nella vita reale. Significa forse che sogniamo di sentirci amate nella nostra quotidianità di un amore unico e immortale, che ci rapisca nel buio della notte, ci faccia vibrare l’anima e i sensi, tutto il nostro essere per l’eternità, in compagnia di uno stangone di quasi due metri che se ne frega se abbiamo la cellulite e la nostra piega non è proprio fresca di parrucchiere.
Sogniamo di diventare creature speciali, amate come mai nessun’altra prima. Il fatto che questo possa significare torturare, ammazzare cristiani e bere il loro sangue (non necessariamente in quest’ordine) diventa un dettaglio insignificante; sogniamo, forse, di trovare un amore talmente straordinario che spazzi via tutte le nostre insicurezze e le paure che popolano la nostra pesante quotidianità, anche se di amore ne abbiamo a bizzeffe, solo che è umano, scontato e non ce ne rendiamo più conto. A volte dimentichiamo cosa provavamo nei primi mesi del nostro rapporto, o meglio: è stata la vita di ogni giorno a farcelo dimenticare. Ma l’amore che proviamo è vero, reale. Non verrà mai meno, a ogni sorgere del sole o a ogni calar della notte e sarà sempre con noi, anche se non ci farà volare sui tetti o non ci trascinerà nel cuore di un castello nascosto in una foresta.
Ricordiamolo la prossima volta che ci soffermeremo a osservare la luna, sognando un amante immortale che ci scruti nel sonno dietro la finestra del nostro appartamento al quarto piano…
Stefania Auci ( Blog)
Oscuri segreti, castelli diroccati e notti senza luna hanno sempre esercitato un fascino particolare. Mentre leggiamo quelle pagine cariche di suspense ci sembra quasi di sentire il fruscio del vento gelido alle nostre spalle e o di udire una porta che sbatte, lontano.
Non c’è che dire: mistero e romance formano un connubio intrigante, capace di tenere incollato lettori, e soprattutto lettrici, dalla prima all’ultima pagina. Oggi più che mai, il fascino del paranormale è diventato immenso, tanto da generare fenomeni di costume. L’effetto Twilight è sotto gli occhi di tutti: cosa c’è di più interessante di un giovanotto pallido, belloccio e misterioso per attrarre l’attenzione di una ragazza solitaria e timida? E se è anche buono, nel senso che non accarezza con i suoi lustri dentini il collo di belle fanciulle ma solo la criniera cespugliosa dei suoi prediletti puma, non è anche meglio?
Ammetto che questa febbre da vampirismo ha colpito anche me, sia come lettrice che come scribacchina. In verità, potrei definirmi una portatrice sana del virus, poiché il mio primo scritto a tema vampirico risale ai miei gloriosi – e lontani – sedici anni. Trovo che siano creature affascinanti e l’idea di esseri che vivono attraverso il tempo mi ha sempre intrigato.
Il revival che c’è stato negli ultimi mesi mi ha portato a fare anche considerazioni, più o meno serie. Il genere “mostri & c.” (mostri affascinanti, vampiri, demoni, lupi mannari e quant’altri volete) era stato dichiarato morto e sepolto da una ampia schiera di commentatori, che avevano definito il genere obsoleto. Sono stati smentiti. Il mercato non mostra segni di saturazione e anzi, la letteratura di genere sta uscendo fuori dal suo ambito di nicchia per diventare lettura (e letteratura) diffusa, non solo tra ragazzi vestiti di nero che ascoltano i Sepultura o i Black Sabbath ma anche tra giovani donne che sfoggiano in metropolitana con nonchalance libri dalle copertine decorate da schizzi di sangue, lame, coltelli, zanne e affini.
Ma… perché ora?
Analizziamo il personaggio dark per eccellenza, quello che anima i sogni di molte, con cui ho più confidenza, visto che ne sto scrivendo.
Il vampiro.
Di solito scuro di capelli, sexy da paura, alto, forte, fascino magnetico e animale, amante instancabile e appassionato, inesorabilmente portato alla redenzione dall’eroina di turno, rappresenta l’archetipo del bello e maledetto, dal fascino perverso e decadente. Questa figura - che farebbe la felicità di ogni donna, diciamola tutta - è stata formulata con “Il vampiro” di Polidori, che in esso raffigurò alcune caratteristiche del suo amico/rivale Byron ma se dobbiamo trovare IL VAMPIRO, dobbiamo andare più avanti, fino a un vecchio irlandese sconclusionato che cercava a fatica il suo posto nel mondo teatrale vittoriano: Bram Stoker e al suo Dracula.
Certo, la letteratura moderna ha creato delle variazioni su tema che si allontanano – e parecchio – da questa figura. Il mostro è tornato a essere tale, come nel caso di “Io sono leggenda” o si muove in un universo parallelo, come accade nel caso di Laurell Hamilton. Nel suo “anitaverse” la creatura più normale è un lupo mannaro, la protagonista richiama indietro i morti e parla con le pantere, il suo amante immortale ha un’età variabile tra i tre e i quattrocento anni e tutti insieme appassionatamente frequentano un club in cui si serve sangue alla spina… più o meno.
Ammiro molto lo stile fresco e graffiante della Hamilton, e soprattutto la sua ironia. Lei, assieme ad Ann Rice, rappresentano sicuramente le autrici più conosciute dalle nostre mediterranee sponde in tema di zannuti & c. La Ward, anch’essa grande autrice sconta il problema del non esser stata ancora tradotta e adeguatamente pubblicizzata dalle nostre parti (per cui aspettiamo pazienti).
E Ann Rice… chi può dimenticare il povero, fragile miserrimo e anche un po’ palloso Luis? Diciamola tutta. Sei un vampiro, hai poteri immensi, sei bello da paura e che fai? Piangi. Eh, no… hai voluto la bicicletta? Pedala! Corrompi giovani fanciulle consenzienti e portale alla perdizione anziché macerarti nel dolore per la tua condizione che adesso è diventata un po’ pesante da sopportare o per lo meno, va’ in analisi…
Sicuramente, Lestat è assai più riuscito come personaggio. Laido, ipocrita, arrivista, cinico e senza scrupoli, meschino e vigliacco, è un personaggio perfetto. Per mio conto, ha un solo problema e suppongo che voi, mie care amiche, sappiate a cosa mi riferisco...
Perché il vampiro maschio è MASCHIO. Maschio nel senso di uomo che ti porta a letto e che non si limita a un paio di minuti, spegni la luce e buonanotte. E’ un uomo che irretisce e corteggia, che rapisce i sensi e il cuore, e soprattutto, non è depilato come Costantino o qualche altro tronista,. Non ti dedica una carezza distratta, è un maschio che ti pone al centro del suo mondo, che ti fa sentire speciale. E’un uomo che ascolta, anziché mugugnare. Il vampiro è una figura strettamente legata al sesso, è sempre ammantata di un’aura di fascino che toglie il respiro e relega nel dimenticatoio qualunque marito/ amante/ fidanzato esistente nel raggio di 30 chilometri. E’ il maschio Apha che più alpha non si può.
Nello specifico, il genere romance-paranormal ha fatto un passo avanti: dal duca affascinante, dal marchese donnaiolo impenitente, dal lord maledetto si è passati a un personaggio che raccoglie tutte queste caratteristiche, mescolate con occhi ipnotici (possibilmente neri), un sorriso letale e lucido che cela istinti mostruosi, mescolati a fascino e ricchezza, perché, è ovvio che i vampiri siano ricchi sfondati. Avete mai sentito di un vampiro povero in canna e fascinoso? Se ne avete notizia, fatemi sapere… Comunque a che ti servono i soldi se con un’occhiata e un po’ del tuo micidiale fascino puoi avere il mondo ai tuoi piedi? (oltre la donzella di turno, più o meno consapevole del rischio che corre).
E’ l’uomo nero che sognavamo da bambine, solo che adesso la paura ha lasciato il passo alla sensualità, alla passione, a ciò che spesso non siamo in grado di trovare nei nostri partners. Paura e sensualità mischiate fanno l’effetto di una bottiglia di champagne che non riesce a esplodere. E se e quando esplode, chiudiamo il libro chiedendoci perché la nostra vita sentimentale sia così desolante e piatta.
Non voglio insinuare che il nostri mariti/compagni/ fidanzati non siano sexy e affettuosi… ma siamo sincere: se siamo morte dietro Wulfric Bedwin o sbaviamo al pensiero di Jamie Frazer, qualcosa questo significherà… E se restiamo con la bocca aperta dietro ad Edward o Carlysle Cullen?
Io ho una mezza spiegazione: in quelle pagine la nostra psiche trova la possibilità di essere disinibite e libere come non riusciamo a essere nella vita reale. Significa forse che sogniamo di sentirci amate nella nostra quotidianità di un amore unico e immortale, che ci rapisca nel buio della notte, ci faccia vibrare l’anima e i sensi, tutto il nostro essere per l’eternità, in compagnia di uno stangone di quasi due metri che se ne frega se abbiamo la cellulite e la nostra piega non è proprio fresca di parrucchiere.
Sogniamo di diventare creature speciali, amate come mai nessun’altra prima. Il fatto che questo possa significare torturare, ammazzare cristiani e bere il loro sangue (non necessariamente in quest’ordine) diventa un dettaglio insignificante; sogniamo, forse, di trovare un amore talmente straordinario che spazzi via tutte le nostre insicurezze e le paure che popolano la nostra pesante quotidianità, anche se di amore ne abbiamo a bizzeffe, solo che è umano, scontato e non ce ne rendiamo più conto. A volte dimentichiamo cosa provavamo nei primi mesi del nostro rapporto, o meglio: è stata la vita di ogni giorno a farcelo dimenticare. Ma l’amore che proviamo è vero, reale. Non verrà mai meno, a ogni sorgere del sole o a ogni calar della notte e sarà sempre con noi, anche se non ci farà volare sui tetti o non ci trascinerà nel cuore di un castello nascosto in una foresta.
Ricordiamolo la prossima volta che ci soffermeremo a osservare la luna, sognando un amante immortale che ci scruti nel sonno dietro la finestra del nostro appartamento al quarto piano…
Stefania Auci ( Blog)
sottoscrivo in pieno tutto quello ke hai scritto stefania!
RispondiEliminaio sono anni che ho una passione particolare per i vampiri e sono sempre lla ricerca di libri che li vedano protagonosti,al contrario non amo molto creature come i mannari o i demoni,trovo ke ivampiri siano gli esseri soprannaturali per eccellenza,oscuri misteriosi affascinanti e potenti,e credo che questa mia predilezione nasca appunto dal desiderio di vivere un amore immortale e completo,pieno di ostacoli da superare con l'amato,un amore ke non si ferma alle prime difficoltà,di quelli ke hanno la a maiuscola!
amo anke i romance tradizionali ma per quanto le trame possano essere ben costruite si tratta pur sempre di amori "reali" invece con i paranormali l'amore va oltre la realtà e possono succedere avvenimenti ke m fanno sognare ad okki aperti (patti di sangue,giuramenti,sacrifici,lotte immortali,redenzione del perfido vampiro,tutte cose assolutamente romantike...)
roberta
Bellissimo post Angy! Condivido appieno le tue affermazioni sulla mascolinità dei vampiri, anche se la mia passione per il genere è nata da poco. Sono stata colpita sulla via per Damasco solo con l'uscita dei libri della WARD ma ti assicuro che mi sono rifatta con gli interessi. Ma adesso dirmi... secondo te quali sono i cult imperdibili del genere?... Dai che parto a caccia di vampiri & co.
RispondiEliminaBaci sanguinolenti, Hunter Carla!
Ciao Stefania
RispondiEliminaSono daniec e come ti ho già detto ierisera in chat scrivi benissimo. Bel post!
La tua analisi mi ha colpito, sai a volte si legge, ti piace quel genere o quell’eroe ma non ti poni tante domande, non ti chiedi il perché, ma leggendo le tue affermazioni posso solo dirti che le sottoscrivo, è vero ciò che dici e vale per tutto il genere rosa.
Per quanto riguarda il vampiresco ancora non sono stata “rapita”, folgorata: ho letto la Ward apprezzato Twilight ma non tanto il resto, forse per la fissa di Belle di diventare ciò che non sei e di costringere lui ad ammazzarti, e qui sta la bravura dell’autrice nel farla trasformare perché sta morendo di parto e non per amore egoistico.
Ma non conosco la Hamilton né la Rice quindi… lacune, lacune.
Occhi neri? Mah! quando si sogna vanno bene però preferisco gli occhi chiari, almeno per ora..
Ancora complimenti Daniela C
Ragazze, grazie per i vostri apprezzamenti, che mi scaldano il cuore...siete fin troppo generose! ^_^
RispondiEliminarispondo subito a roberta dicendo che anche io condivido il suo punto di vista ed è questo ciò che mi spinge a scrivere di "loro", l'idea di esseri che rinunciano alla loro umanità per immergersi in una realtà fatta di morte e di sangue ma che non riescono ad accettare di amare e di essere amati.
A Carla posso dire solo che io amo moltissimo i vampiri della tradizione, dunque Dracula, il vampiro di Polidori e Carmilla...li trovo inarrivabili. Tra i moderni, l'intervista conn il vampiro di Ann rice. Stupenda...sogno di poter scrivere bene come lei, un giorno!
a Daniela posso dire solo grazie...come ho scritto nell'articolo, questo è un genere di nicchia e non tutti apprezzano, così come non tutti amano la saggistica politica o le biografie. penso più che altro, che si tratti di trovare chi scrive bene e chi ha qualcosa da dire, qualcosa che ti appassioni sul serio.
Quanto agli occhi chiari...dai una sbirciata sul mio blog, troverai un vampiro con gli occhi azzurri, anzi...blu profondo...
Grazie a tutte voi, stefania
Ciao Stefi,
RispondiEliminasei stata davvero bravissima nello scrivere il post (ma trattandosi della tua grande passione, non avevo dubbi.)
Sembrerà strano, ma ho letto solo un libro sui vampiri, ovvero "L'intervista col vampiro" di Anne Rice.
Io non amo molto i vampiri buonisti alla "Twilght", propendo, ahimé, verso anime eterne ma decadenti.
Perché il vampiro? Ricordate la scena di Mina e Dracula nel film di Coppola? Bene, secondo me, è tutta lì la riposta. Il vampiro incarna l'eroe romantico (e non parlo nel senso di romance, ma di corrente culturale e letteraria) per eccellenza: pallido, di una bellezza eterea ed angelica, vestito con candide camicie con gale di pizzo, e lunghi capelli. Chi non sarebbe colpita da un tipo così?
Alt! Al di là dell'aspetto fisico, ed è lì che siamo fregate, il vampiro ci promette un mondo di amore eterno, trasforma le nostre lacrime in diamanti, addomestica per noi un lupo bianco.
E chi non lo vorrebbe un uomo così?
Che poi abbia le zannette aguzze è solo un particolare trascurabile, basta che ci guardi con quei suoi profondi occhi incantatori, e noi saremo sue per sempre.
Tanti baci!!!
Eli
Stefania hai descritto alla perfezione il fscino di questi esseri immortali. Inutile dire che sono una lettrice accanita di tutto quello che riguarda vampiri & c. perchè mistero e passione non mancano mai nelle loro storie...un bel vampiro fascinoso con capelli e occhi neri...ma chi resiste?
RispondiEliminaComplimenti per il post
daisy
Grazie Elisabetta...sempre meravigliosa, grazie per la tua stima!le tue parole sono preziose per me!
RispondiEliminae grazie a Daisy, sei gentilissima! un caro abbraccio
stefania
Bellissimo post, veramente ben scritto... però troviamo limitativo soffermarsi solamente sulla figura del vampiro, che non troviamo assolutamente Alpha. Può essere bellissimo, misterioso,affascinante, tutto quello che volete, ma non ci troviamo assolutamente niente di animale... e se per essere animali basta cibarsi del prossimo allora qualsiasi mostro è un animale. Se parlate dal punto di vista sessuale, beh, può essere bravo finchè volete, anche l'esperienza ha i suoi vantaggi, ma non muta fisicamente, non cresce in tutti i sensi come il licantropo, che nel momento della trasformazione ha proprio un accrescimento fisico. Il licantropo, ad esempio, è proprio l' archetipo del maschio Alpha, il vero animale... e per quanto il vampiro rimanga comunque il nostro mostro preferito, negli ultimi anni abbiamo rivalutato anche la figura dei Lycan, ma non certo per quegli obbrobri pelosi che hanno descritto la Meyer e la Hamilton nei loro libri...
RispondiEliminaAmiamo la figura del vampiro non per l'amore eterno che ci può dare, nè per il romanticismo che ne permea la figura, ma perchè è il simbolo dell'eterna giovinezza (avete mai letto di un vampiro fisicamente vecchio?) e dell'immortalità... però ormai lo stanno talmente snaturando che è diventato irriconoscibile... sta alla luce del giorno, va a scuola, è diventato talmente buono buonino che beve solo sangue animale e si fa mille pezze mentali per niente...
Ci stiamo rendendo conto che stiamo cominciando a odiare la sua figura e ad apprezzare tutte quelle forme paranormali che restano bene o male se stesse... e come avrete ormai ben compreso è il Lycan, il secondo mostro che ci piace di più, quello che apprezziamo maggiormente, forse perchè descritto poco nei libri, resta quello che è... un uomo-animale, un animale-uomo.
Francesca e Vittoria
Care ragazze, innanzi tutto grazie per la vostra risposta. Avete ragione sul fatto che la figura del vampiro sia stata snaturata ma aggiungo io, in parte. Infatti, sia nella tradizione orientale il vampiro esce alla luce del giorno e presenta caratteristiche animalesche quali artigli o occhi da felino; in Grecia o in Jugoslavia poteva apparire come una vecchia strega o una donna bellisssima, mai un uomo.
RispondiEliminaInsomma, le variazioni su tema su questa figura sono moltissime. Vero è che il buonismo imperante li ha trasformati in dei cuccioloni macerati dal rimorso, ed è una chiave di lettura che non condivido. Mi sento, personalmente, molto più vicina all'archetipo di cui parlava Elisabetta poso sopra.
Per quanto riguarda la crescita o la vecchiaia, anche queste sono caratteristiche che variano a seconda dei contesti culturali. Per alcune culture dell'est europeo, ad esempio, il vampiro era un vecchietto rachitico o la strega di cui parlavo sopra, ben lungi dall'idea di fascino, forza e bellezza che fu creata in pieno Romanticismo. Sarà stata addomesticata sicuramente da alcuni autori ma io ritengo che tale figura debba essere centrata in quello che è il suo mondo e il suo modo di essere. Omicidi, assassini, slegati dal genere umano, che pippe mentali non se ne fa e non se ne deve fare...un po' come il Lestat della Rice.
Sul Lycan, mi trovate meno preparata. Cercherò di colmare questa lacuna...
Grazie e un caro abbraccio, stefania
Questa tua risposta ci lascia parecchio di stucco perchè la mitologia è una cosa e il vampirismo letterario è un'altra. Noi ci stavamo riferendo al vampiro letterario, a quelli che da Stoker vanno fino alla Ward passando dalla Rice e da tutte le altre autrici più o meno conosciute. Anche noi sappiamo che nel mondo ci sono varie tipologie di vampiri, la mitologia ne è piena...solo che in nessun romanzo, da 20 anni a questa parte, abbiamo mai trovato un personaggio vampirico che fosse vecchio fisicamente o almeno noi non ne abbiamo letti...volevamo solamente rispondere al post scritto da te precedentemente e dire che ormai, visto che scrivono cani e porci la figura del vampiro è degerata in modo inequivocabile...certo neanche a noi piacerebbe che tornasse a essere un cadavere-sanguisuga, che vive nella sua bara ed esce solo per cibarsi o per uccidere, come nelle "Notti di Salem" di King...però non ci piace neanche l'idea che venga completamente snaturata la sua figura originaria... vedi bambocci anche se centenari, che non sanno far altro che piangersi addosso per la loro sorte...siamo stufe di leggere libri dove il vampiro, più che restare se stesso, sta diventando sempre più un Xmen...
RispondiEliminaAnche noi adoriamo il film "Dracula" di Coppola, è da quello che è nata la nostra passione per questo genere di mostro...se la figura del vampiro restasse più simile a quella a cui ha dato vita Gary Oldman, allora continuerebbe a essere ciò che è sempre stato e noi torneremmo ad apprezzarlo come merita.
Francesca e Vittoria
Care ragazze, credo di aver capito la vostra perplessità che trova le sue radici nelle figure tratteggiate dalla Meyer, che effettivamente mi hanno lasciato perplessa. Effettivamente, posso dirvi che vampiri anziani ce ne sono pochini in giro...ma ci sono. Alcuni racconti in due raccolte edite dalla Mondadori e dalla Newton Compton, di almeno dieci anni fa, parlano di vampiri anziani, o addirittura di un Dracula incartapecorito che vive in un campo di concentramento durante la Seconda Guerra mondiale. Purtroppo, non posso trovarmi d'accordo sull'asserzione che mitologia, o meglio, antropologia e letteratura non vadano confuse: infatti, sono strettamente legate e l'una riflette l'altra.Sicuramente sono stata frettolosa nel precedente post e questo assist che voi mi fornite mi permette di chiarire meglio quest'aspetto.
RispondiEliminaIl vampiro letterario,Dracula per capirci, non è del tutto scevro da collegamenti con la tradizione, anzi: le sue capacità di mutaforma sono tipiche dei vampiri del folckore. Bram Stocker ha avuto l'innegabile merito di "depurare" questi aspetti animamleschi e trasformarli in una figura nobile e sofisticata. Questo si evince bene non dal film -che pure è bellissimo ma non molto fedele per quanto riguarda la figura di Dracula che risulta assai più sensibile e umanizzata - quanto dal romanzo, in cui la figura del mostro è tratteggiata mescolando con sapienza ribrezzo e fascino, poteri soprannaturali e caratteri bestiali, senza traccia alcuna di rimorso o pentimento. Quello che ha fatto King nelle "Notti di Salem" è stato un tornare indietro rispetto a questo archetipo e riprendere la figura del mostro per ciò che è: un cadavere, che solo occasionalmente conserva coscienza e volontà, che ha un istinto primario, quello del nutrimento.
Del resto, il vampiro è colui che si è posto al di fuori del cosnesso umano e della grazie di Dio, attraverso una trasformazione: è un fuorilegge dell'ordine naturale della vita, perchè non si rassegna alla morte.
Si credeva che vampiri potessero divenire i suicidi, o coloro che non erano sepolti in terra sconsacrata; da questo tipo di visione, in cui dominava la paura della morte e di tutto ciò che era sconosciuto, si è passati a quello che voi definite vampiro letterario, in cui queste caratteristiche lasciano il passo al fascino della morte e del proibito( tipico del Romanticismo,...basti pensare ai romnanzi di Ann Radcliffe), fino ad oggi, in cui il mistero è definitivamente scomparso per lasciare il posto a questi X -men, come li chiamate voi. E' un archetipo letterario e, come tale, cambia in relazione alle esigenze della società che esprime, al bisogno ancestrale che ha l'uomo di raccontare ciò che non conosce, filtrandolo attraverso la sua sensibilità e alle sue conoscenze: ad esempio ci sono autori che avvicinano il vampirismo all'Aids, o altri che parlano di vampiri mentali, ossia creature che succhiano via l'anima anzichè il sangue). Credo che sia importante tener conto di quest'aspetto per cogliere come e in che termini questa figura sia cambiata e continuerà a cambiare.
Grazie a voi, ancora una volta e un caro saluto.
stefania
cara stefania, bellissimo post anche se io (forse) sono l'unica che ancora non ama e legge di vampiri e simili. non so, ma non mi attirano proprio. sarà che da piccola ho sempre avuto impressione dei loro denti affilati e del loro modo di succhiare sangue che ancora ora non riesco a vederli in maniera diversa. e poi non c'è bisogno di essere vampiri per avere una forte personalità, essere belli e dannati e far innamorare le eroine (e noi pure)al primo sguardo...
RispondiEliminaGiusto! Infatti il mio amore non ha canini aguzzi e fascino misterioso, non è neppure bellissimo ma è il mio amore per sempre! mio marito!
RispondiElimina(ciò non toglie che sia tanto ffascinata da loro...questione di alchimie, suppongo!
Un bacio e a presto!
Hey...io ed una mia amika siamo amanti di storie sul vampirismo da molto tempo. Ma ci sorge un problema; è da un bel pò di tempo ke abbiamo visto un alleanza dal nome "Ordine della Rosa", ce ne stanno molti di questi ordini, ma non riusciamo ancora a capire la sua vera storia. Abbiamo trovato diverse credenze ke ne parlavano, ma nessuna era vera. Perciò, perfavore se avete notizie di quanto ne ho parlato rispondeteci gentilmente, Grazie
RispondiElimina