Care amiche del Blog Juneross,
grazie all'entusiasmo che avete mostrato alla notizia dell'uscita di LOVER AWAKENED (Link),Mondolibri ha voluto regalarvi un piccolo...morso della storia di Zsadist.
Unica raccomandazione che vi facciamo e' di non copiare il materiale che ci e' stato gentilmente concesso in anteprima da Mondolibri.
Fonte del materiale : C Mondolibri S.p.A, 2009,
riproduzione vietata.
Cliccate sul link a pie' post per leggere l'estratto.
Capitolo Primo
Titolo dell’opera originale:
Black Dagger Brotherhood: Lover Awakened
Traduzione dall’americano di Paola Pianalto
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il
prodotto dell’immaginazione dell’Autrice o della sua libera interpretazione in
chiave narrativa. Ogni riferimento a fatti, persone, luoghi realmente esistenti o
esistiti è puramente casuale.
Copyright © Jessica Bird, 2006
All rights reserved including the right of reproduction
in whole or in part in any form.
Copyright © 2009 by Mondolibri S.p.A., Milano
This edition published by arrangement with NAL Signet,
a member of Penguin Group (USA) Inc.
www.mondolibri.it
Capitolo 1
"Dannazione, Zsadist! Non saltare…"
La voce di Phury riuscì a malapena a sovrastare il frastuono
dello schianto davanti a loro. E non impedì al suo
gemello di balzare giù dalla Escalade in corsa.
«V, è saltato giù! Torna indietro!»
Phury andò a sbattere con la spalla contro il finestrino mentre
Vishous faceva inversione col SUV. I fari spazzarono le tenebre, illuminando
Zsadist che rotolava raggomitolato su se stesso sull’asfalto
coperto di neve. Dopo una frazione di secondo, il vampiro
balzò in piedi e si mise a correre verso la berlina fumante e accartocciata,
che adesso sul cofano aveva un pino ornamentale.
Senza perdere di vista il suo gemello, Phury si slacciò la cintura
di sicurezza. I lesser che avevano inseguito fino ai sobborghi
rurali di Caldwell si erano appena visti rovinare la fuga dalle leggi
della fisica, ma ciò non significava che fossero fuori combattimento.
Quei bastardi dei non morti erano indistruttibili.
Mentre la Escalade inchiodava, Phury spalancò la portiera impugnando
la Beretta. Impossibile dire quanti passeggeri ci fossero
a bordo dell’altra vettura o che tipo di armi avessero. I nemici
dei vampiri giravano in gruppo ed erano sempre armati…
Porca puttana! Dalla macchina scesero tre assassini dalla chioma
sbiadita; solo il guidatore sembrava malconcio.
Il rischio di soccombere non bastò a scoraggiare Zsadist che,
da quel maniaco suicida che era, puntò dritto verso il terzetto di
non morti stringendo in mano solo un pugnale nero.
Phury attraversò la strada di corsa, seguito a ruota da Vishous.
Ma la loro presenza era superflua.
Mentre i fiocchi di neve turbinavano silenziosi nell’aria e il dolciastro
odore di pino si mescolava a quello della benzina che fuo-
riusciva dall’automobile fracassata, Zsadist neutralizzò tutti e tre
i lesser con il solo aiuto del coltello. Recise loro i tendini dietro
al ginocchio per scongiurare ogni tentativo di fuga, gli spezzò le
braccia per impedire eventuali reazioni e li trascinò dentro al
campo, allineandoli come tanti macabri bambolotti.
Tutto questo in meno di cinque minuti, compreso il tempo necessario
a perquisirli per recuperare i documenti d’identità. Poi
si fermò per riprendere fiato. Quando abbassò lo sguardo sulle
macchie di sangue nero, che imbrattavano la neve candida come
tante macchie d’olio, dalle sue spalle si levò un velo di vapore,
una sottile foschia subito dissipata dal vento gelido.
Phury rinfoderò la Beretta con un senso di nausea, neanche
si fosse scolato sei lattine di olio per frittura. Massaggiandosi
lo sterno, guardò prima a destra e poi a sinistra. A quell’ora di
notte, e così fuori città, la Route 22 era silenziosa e deserta.
Era improbabile che ci fossero dei testimoni. I cervi non contavano.
Sapeva quello che stava per succedere. E sapeva anche che era
meglio non tentare di impedirlo.
Zsadist si inginocchiò sopra uno dei lesser, il volto sfregiato
contorto dall’odio, il labbro deforme sollevato in un ringhio, le
zanne lunghe come quelle di una tigre. Con la testa rapata a zero
e le guance incavate sotto gli zigomi sporgenti, sembrava la Vecchia
Signora con la falce in mano e, proprio come la morte, era
perfettamente a suo agio al freddo. Con addosso solo un dolcevita
nero e un paio di comodi pantaloni neri, era più armato che
vestito: nel fodero sul petto teneva i pugnali, che erano la firma
della Confraternita del Pugnale Nero, altri due coltelli erano infilati
nei foderi legati alle cosce e aveva anche un cinturone con
due SIG Sauer.
Non che usasse mai le nove millimetri, peraltro. Gli piaceva il
contatto diretto, quando uccideva. In effetti, era l’unico momento
in cui si avvicinava a qualcuno.
Afferrò il lesser per il bavero del giaccone di pelle, sollevandolo
per metà da terra e avvicinando il viso al suo.
«Dov’è la femmina?» L’altro rispose con una risata diabolica;
Zsadist gli sferrò un pugno micidiale. Il rumore riecheggiò tra gli
alberi, un rumore secco, come di un ramo che si spezzi a metà.
«Dov’è la femmina?»
Il ghigno beffardo del lesser fece montare su tutte le furie il
vampiro, che si trasformò in una sorta di replica del Circolo polare
artico. L’aria tutt’intorno si caricò di una forza magnetica, diventando
più gelida della notte stessa. I fiocchi di neve smisero di cadere nelle vicinanze, come disintegrati dalla forza della sua
rabbia.
Phury udì un raschio soffocato e si voltò a guardare da sopra
la spalla. Vishous si stava accendendo una delle sue sigarette rollate
a mano; il chiarore rossastro del fiammifero illuminò i tatuaggi
sulla tempia sinistra e il pizzetto del vampiro.
Nel sentire lo schiocco ovattato di un altro pugno, V aspirò a
fondo il fumo guardandosi intorno con i suoi occhi di diamante.
«Stai bene, Phury?»
No, non stava bene per niente. La natura brutale di Z era sempre
stata degna di una tragedia medievale, ma ultimamente la sua
violenza incontrollata rendeva difficile guardarlo mentre era in
azione. Il pozzo senza fondo e senz’anima del suo essere era
esploso da quando Bella era stata catturata dai lesser.
Non erano ancora riusciti a trovarla. I fratelli non avevano piste
da seguire, nessun indizio, niente di niente. Malgrado la ferocia
degli interrogatori di Zsadist.
Phury era rimasto sconvolto dal rapimento di Bella. Non era
molto che la conosceva, ma lei era stata così gentile, una femmina
di grande valore appartenente al più alto rango dell’aristocrazia.
Anche se per lui Bella era più del suo lignaggio. Molto di più.
Bella era riuscita a intaccare il suo voto di castità, risvegliando il
maschio vincolato dalla più rigida disciplina e smuovendo in lui
qualcosa di profondo. Al pari di Zsadist, anche lui sperava ardentemente
di rintracciarla, ma a sei settimane dalla sua scomparsa,
aveva perso ogni speranza di trovarla viva. I lesser torturavano
i vampiri in cerca di informazioni sulla confraternita e,
come tutti i civili, Bella ne sapeva pochissimo. Ormai l’avevano
sicuramente uccisa.
La sua unica speranza era che Bella non avesse dovuto sopportare
giorni e giorni d’inferno prima di approdare al Fado.
«Che cosa le avete fatto?» ringhiò Zsadist al secondo assassino.
Quando per tutta risposta ricevette un «Fottiti», colpì quella carogna
con un pugno degno di Mike Tyson.
Perché Zsadist si preoccupasse tanto per una civile scomparsa,
nessuno nella confraternita riusciva a spiegarselo. Il guerriero era
noto per la sua misoginia… che diamine, era addirittura temuto
per questo! Perché Bella contasse tanto per lui era un mistero.
Ma, d’altro canto, nessuno, neanche il suo gemello, era in grado
di prevedere le reazioni di Zsadist.
Mentre gli echi della brutalità di Z laceravano il silenzio dei
boschi, Phury si sentì crollare sotto il peso di quel terzo grado; al
contrario dei lesser, che tenevano duro rifiutandosi di cantare.
«Non so quanto ancora potrò reggere», disse con un filo di
voce.
Zsadist era la sola cosa che aveva al mondo, a parte la missione
della confraternita di proteggere la razza dai lesser. Tutti
i giorni Phury dormiva da solo, se mai dormiva, il cibo gli procurava
ben poco piacere e le femmine erano off limits per via
del suo voto di castità. Non faceva che preoccuparsi senza posa
di ciò che Zsadist poteva combinare e di chi poteva rimanere
vittima delle sue malefatte. Gli sembrava di morire a poco a
poco, lentamente dissanguato da un migliaio di coltellate. Una
sorta di bersaglio per procura della furia assassina del suo gemello.
Vishous allungò la mano guantata afferrandolo per la gola.
«Guardami, amico.»
Phury lo guardò e rabbrividì. L’occhio sinistro del fratello,
quello circondato dai tatuaggi, si dilatò fino a tramutarsi in una
nera voragine.
«V, no… non voglio…» Merda. In quel momento non aveva
nessuna voglia di farsi predire il futuro. Non sapeva come
avrebbe reagito alla notizia che le cose potevano solo peggiorare.
«La neve cade lenta, stanotte», disse Vishous, sfregando il pollice
avanti e indietro sulla turgida giugulare del compagno.
Phury batté le palpebre, pervaso da uno strano senso di calma,
il cuore che rallentava al ritmo della carezza di Vishous. «Come?»
«La neve… cade così lenta.»
«Sì… sì, è vero.»
«E quest’anno ne è caduta parecchia, eh?»
«Uh… sì.»
«Già… tanta neve, e ne cadrà ancora. Stanotte. Domani. Il
mese prossimo. L’anno prossimo. Viene quando viene e cade
dove vuole.»
«Giusto», disse piano Phury. «Non c’è modo di fermarla.»
«No, a meno che tu non sia il suolo.» Il pollice si fermò. «E tu
non mi sembri proprio la terra, fratello. Non riuscirai a fermarlo.
Mai.»
Ci fu una serie di schiocchi e lampi quando Z pugnalò i lesser
al petto e i loro corpi si disintegrarono. Poi si udì solo il sibilo del
radiatore sfasciato e il pesante respiro di Zsadist.
Come un’apparizione spettrale, il vampiro si alzò dal terreno
annerito con la faccia e gli avambracci lordi del sangue dei lesser.
Era come avvolto da una scintillante aura di violenza che deformava
il paesaggio alle sue spalle, tanto che i boschi sullo sfondo
apparivano sfocati e tremolanti.
«Vado in città», disse pulendosi il pugnale sulla coscia, «a cercarne
degli altri.»"
Il resto nelle Librerie Mondolibri a Settembre!
grazie all'entusiasmo che avete mostrato alla notizia dell'uscita di LOVER AWAKENED (Link),Mondolibri ha voluto regalarvi un piccolo...morso della storia di Zsadist.
Unica raccomandazione che vi facciamo e' di non copiare il materiale che ci e' stato gentilmente concesso in anteprima da Mondolibri.
Fonte del materiale : C Mondolibri S.p.A, 2009,
riproduzione vietata.
Cliccate sul link a pie' post per leggere l'estratto.
Black Dagger Brotherhood: Lover Awakened
Traduzione dall’americano di Paola Pianalto
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il
prodotto dell’immaginazione dell’Autrice o della sua libera interpretazione in
chiave narrativa. Ogni riferimento a fatti, persone, luoghi realmente esistenti o
esistiti è puramente casuale.
Copyright © Jessica Bird, 2006
All rights reserved including the right of reproduction
in whole or in part in any form.
Copyright © 2009 by Mondolibri S.p.A., Milano
This edition published by arrangement with NAL Signet,
a member of Penguin Group (USA) Inc.
www.mondolibri.it
Capitolo 1
"Dannazione, Zsadist! Non saltare…"
La voce di Phury riuscì a malapena a sovrastare il frastuono
dello schianto davanti a loro. E non impedì al suo
gemello di balzare giù dalla Escalade in corsa.
«V, è saltato giù! Torna indietro!»
Phury andò a sbattere con la spalla contro il finestrino mentre
Vishous faceva inversione col SUV. I fari spazzarono le tenebre, illuminando
Zsadist che rotolava raggomitolato su se stesso sull’asfalto
coperto di neve. Dopo una frazione di secondo, il vampiro
balzò in piedi e si mise a correre verso la berlina fumante e accartocciata,
che adesso sul cofano aveva un pino ornamentale.
Senza perdere di vista il suo gemello, Phury si slacciò la cintura
di sicurezza. I lesser che avevano inseguito fino ai sobborghi
rurali di Caldwell si erano appena visti rovinare la fuga dalle leggi
della fisica, ma ciò non significava che fossero fuori combattimento.
Quei bastardi dei non morti erano indistruttibili.
Mentre la Escalade inchiodava, Phury spalancò la portiera impugnando
la Beretta. Impossibile dire quanti passeggeri ci fossero
a bordo dell’altra vettura o che tipo di armi avessero. I nemici
dei vampiri giravano in gruppo ed erano sempre armati…
Porca puttana! Dalla macchina scesero tre assassini dalla chioma
sbiadita; solo il guidatore sembrava malconcio.
Il rischio di soccombere non bastò a scoraggiare Zsadist che,
da quel maniaco suicida che era, puntò dritto verso il terzetto di
non morti stringendo in mano solo un pugnale nero.
Phury attraversò la strada di corsa, seguito a ruota da Vishous.
Ma la loro presenza era superflua.
Mentre i fiocchi di neve turbinavano silenziosi nell’aria e il dolciastro
odore di pino si mescolava a quello della benzina che fuo-
riusciva dall’automobile fracassata, Zsadist neutralizzò tutti e tre
i lesser con il solo aiuto del coltello. Recise loro i tendini dietro
al ginocchio per scongiurare ogni tentativo di fuga, gli spezzò le
braccia per impedire eventuali reazioni e li trascinò dentro al
campo, allineandoli come tanti macabri bambolotti.
Tutto questo in meno di cinque minuti, compreso il tempo necessario
a perquisirli per recuperare i documenti d’identità. Poi
si fermò per riprendere fiato. Quando abbassò lo sguardo sulle
macchie di sangue nero, che imbrattavano la neve candida come
tante macchie d’olio, dalle sue spalle si levò un velo di vapore,
una sottile foschia subito dissipata dal vento gelido.
Phury rinfoderò la Beretta con un senso di nausea, neanche
si fosse scolato sei lattine di olio per frittura. Massaggiandosi
lo sterno, guardò prima a destra e poi a sinistra. A quell’ora di
notte, e così fuori città, la Route 22 era silenziosa e deserta.
Era improbabile che ci fossero dei testimoni. I cervi non contavano.
Sapeva quello che stava per succedere. E sapeva anche che era
meglio non tentare di impedirlo.
Zsadist si inginocchiò sopra uno dei lesser, il volto sfregiato
contorto dall’odio, il labbro deforme sollevato in un ringhio, le
zanne lunghe come quelle di una tigre. Con la testa rapata a zero
e le guance incavate sotto gli zigomi sporgenti, sembrava la Vecchia
Signora con la falce in mano e, proprio come la morte, era
perfettamente a suo agio al freddo. Con addosso solo un dolcevita
nero e un paio di comodi pantaloni neri, era più armato che
vestito: nel fodero sul petto teneva i pugnali, che erano la firma
della Confraternita del Pugnale Nero, altri due coltelli erano infilati
nei foderi legati alle cosce e aveva anche un cinturone con
due SIG Sauer.
Non che usasse mai le nove millimetri, peraltro. Gli piaceva il
contatto diretto, quando uccideva. In effetti, era l’unico momento
in cui si avvicinava a qualcuno.
Afferrò il lesser per il bavero del giaccone di pelle, sollevandolo
per metà da terra e avvicinando il viso al suo.
«Dov’è la femmina?» L’altro rispose con una risata diabolica;
Zsadist gli sferrò un pugno micidiale. Il rumore riecheggiò tra gli
alberi, un rumore secco, come di un ramo che si spezzi a metà.
«Dov’è la femmina?»
Il ghigno beffardo del lesser fece montare su tutte le furie il
vampiro, che si trasformò in una sorta di replica del Circolo polare
artico. L’aria tutt’intorno si caricò di una forza magnetica, diventando
più gelida della notte stessa. I fiocchi di neve smisero di cadere nelle vicinanze, come disintegrati dalla forza della sua
rabbia.
Phury udì un raschio soffocato e si voltò a guardare da sopra
la spalla. Vishous si stava accendendo una delle sue sigarette rollate
a mano; il chiarore rossastro del fiammifero illuminò i tatuaggi
sulla tempia sinistra e il pizzetto del vampiro.
Nel sentire lo schiocco ovattato di un altro pugno, V aspirò a
fondo il fumo guardandosi intorno con i suoi occhi di diamante.
«Stai bene, Phury?»
No, non stava bene per niente. La natura brutale di Z era sempre
stata degna di una tragedia medievale, ma ultimamente la sua
violenza incontrollata rendeva difficile guardarlo mentre era in
azione. Il pozzo senza fondo e senz’anima del suo essere era
esploso da quando Bella era stata catturata dai lesser.
Non erano ancora riusciti a trovarla. I fratelli non avevano piste
da seguire, nessun indizio, niente di niente. Malgrado la ferocia
degli interrogatori di Zsadist.
Phury era rimasto sconvolto dal rapimento di Bella. Non era
molto che la conosceva, ma lei era stata così gentile, una femmina
di grande valore appartenente al più alto rango dell’aristocrazia.
Anche se per lui Bella era più del suo lignaggio. Molto di più.
Bella era riuscita a intaccare il suo voto di castità, risvegliando il
maschio vincolato dalla più rigida disciplina e smuovendo in lui
qualcosa di profondo. Al pari di Zsadist, anche lui sperava ardentemente
di rintracciarla, ma a sei settimane dalla sua scomparsa,
aveva perso ogni speranza di trovarla viva. I lesser torturavano
i vampiri in cerca di informazioni sulla confraternita e,
come tutti i civili, Bella ne sapeva pochissimo. Ormai l’avevano
sicuramente uccisa.
La sua unica speranza era che Bella non avesse dovuto sopportare
giorni e giorni d’inferno prima di approdare al Fado.
«Che cosa le avete fatto?» ringhiò Zsadist al secondo assassino.
Quando per tutta risposta ricevette un «Fottiti», colpì quella carogna
con un pugno degno di Mike Tyson.
Perché Zsadist si preoccupasse tanto per una civile scomparsa,
nessuno nella confraternita riusciva a spiegarselo. Il guerriero era
noto per la sua misoginia… che diamine, era addirittura temuto
per questo! Perché Bella contasse tanto per lui era un mistero.
Ma, d’altro canto, nessuno, neanche il suo gemello, era in grado
di prevedere le reazioni di Zsadist.
Mentre gli echi della brutalità di Z laceravano il silenzio dei
boschi, Phury si sentì crollare sotto il peso di quel terzo grado; al
contrario dei lesser, che tenevano duro rifiutandosi di cantare.
«Non so quanto ancora potrò reggere», disse con un filo di
voce.
Zsadist era la sola cosa che aveva al mondo, a parte la missione
della confraternita di proteggere la razza dai lesser. Tutti
i giorni Phury dormiva da solo, se mai dormiva, il cibo gli procurava
ben poco piacere e le femmine erano off limits per via
del suo voto di castità. Non faceva che preoccuparsi senza posa
di ciò che Zsadist poteva combinare e di chi poteva rimanere
vittima delle sue malefatte. Gli sembrava di morire a poco a
poco, lentamente dissanguato da un migliaio di coltellate. Una
sorta di bersaglio per procura della furia assassina del suo gemello.
Vishous allungò la mano guantata afferrandolo per la gola.
«Guardami, amico.»
Phury lo guardò e rabbrividì. L’occhio sinistro del fratello,
quello circondato dai tatuaggi, si dilatò fino a tramutarsi in una
nera voragine.
«V, no… non voglio…» Merda. In quel momento non aveva
nessuna voglia di farsi predire il futuro. Non sapeva come
avrebbe reagito alla notizia che le cose potevano solo peggiorare.
«La neve cade lenta, stanotte», disse Vishous, sfregando il pollice
avanti e indietro sulla turgida giugulare del compagno.
Phury batté le palpebre, pervaso da uno strano senso di calma,
il cuore che rallentava al ritmo della carezza di Vishous. «Come?»
«La neve… cade così lenta.»
«Sì… sì, è vero.»
«E quest’anno ne è caduta parecchia, eh?»
«Uh… sì.»
«Già… tanta neve, e ne cadrà ancora. Stanotte. Domani. Il
mese prossimo. L’anno prossimo. Viene quando viene e cade
dove vuole.»
«Giusto», disse piano Phury. «Non c’è modo di fermarla.»
«No, a meno che tu non sia il suolo.» Il pollice si fermò. «E tu
non mi sembri proprio la terra, fratello. Non riuscirai a fermarlo.
Mai.»
Ci fu una serie di schiocchi e lampi quando Z pugnalò i lesser
al petto e i loro corpi si disintegrarono. Poi si udì solo il sibilo del
radiatore sfasciato e il pesante respiro di Zsadist.
Come un’apparizione spettrale, il vampiro si alzò dal terreno
annerito con la faccia e gli avambracci lordi del sangue dei lesser.
Era come avvolto da una scintillante aura di violenza che deformava
il paesaggio alle sue spalle, tanto che i boschi sullo sfondo
apparivano sfocati e tremolanti.
«Vado in città», disse pulendosi il pugnale sulla coscia, «a cercarne
degli altri.»"
Il resto nelle Librerie Mondolibri a Settembre!
Miiiiiiiiiiiii!! E' una meraviglia...grazie June...conto alla rovescia per settembre...non arriverà MAI!!
RispondiEliminaLady Akasha
Che bellooooooo!! Ragazze si prospetta una meraviglia...dai, su, un mese, non ci devo pensare, magari mi rileggo Rhage, inspira, espira ;)...
RispondiEliminaUn bacione Angy
P.S. Grazie grazie grazie Mondolibri per questo antipasto, continuate così!!!!
Non ce la farò mai a resistere è troppo bellooooooooo.
RispondiEliminaSignori della Mondolibri non avete idea del fantastico regalo che ci avete fatto.
Mille grazie.
Vi odio!!!
RispondiEliminaPerchè?! Come resisto fino a settembre con questo abbozzo?!
Aiutoooooooooooooooooooooooooooooo!!!!
Che meravigliaaaaa!!Rileggerlo in italiano è proprio una grande emozione!Grazie mille June...
RispondiEliminaLamia
(felice ma impaziente)
Adesso è ancora + dura aspettare settembreeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!! Arghh!!!!!!!!!!1 Comunque grazieeeee x l'assaggino!!!!!!
RispondiEliminaSiete un mitoooooooo!!!!!!!!!!!!
Rose72
speriamo arrivi presto settembre *____*
RispondiElimina***____****
RispondiEliminaSTUPENDOOOOO
Che bel regalo! Io conto i minuti a settembre!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Tere
adrenalinico, d'impatto, forte, emozionante, coinvolgente. Gli aggettivi si sprecano e non sono sufficienti per descrivere la forza visionaria di questo estratto. I caratteri sono tutti ben delineati, esprimono una grande forza e nello stesso tempo, una sorta di dolorosa umanità.
RispondiEliminaMi piace moltissimo!
Grazie June e grazie alla Mondolibri per questa opportunità.
stefania
GRAZIE GRAZIE GRAZIEEEE @June&Mondolibri per questa chicca!!! ^_^ Anche se ora sarà ancora più difficile aspettare Settembre!!! *_* Direi che il nostro Z promette mooolto mooooolto bene!!!!
RispondiEliminaVally